Sguardi interiori: l'importanza della meditazione nel comprendere e coltivare la nostra connessione con il divino Fontana Editore

Sguardi interiori: l'importanza della meditazione nel comprendere e coltivare la nostra connessione con il divino

Rocco Fontana

In un mondo frenetico e sempre più connesso e sempre più esteriore, spesso ci dimentichiamo di dare uno sguardo verso il nostro interno. Ciò che si nasconde nel nostro sé interiore può essere in realtà una ricca fonte di conoscenza e ispirazione, un universo da esplorare. È qui che la meditazione entra in gioco. Indipendentemente dalla tradizione o dalla pratica meditativa scelta, l'importanza di questa disciplina nel comprendere e coltivare la nostra connessione con il divino è evidente.

La meditazione ci offre uno spazio di silenzio e di pace, un'oasi di calma in cui possiamo rivolgere l'attenzione al nostro essere più autentico e approfondire la nostra comprensione del divino e la nostra connessione con esso. Scopriremo come la meditazione sia uno strumento potente per esplorare il nostro mondo interiore, conducendoci verso una connessione più profonda con il Sacro.

In questo post sul nostro CCBlog, esploreremo i modi in cui la meditazione può arricchire la nostra vita spirituale, aprendo nuove porte verso quest'esperienza intima. Unisciti a noi in questo viaggio verso la scoperta di sguardi interiori e dell'importanza della meditazione nel coltivare la nostra connessione con il Sacro che è in noi.

Conosciamo le tre tipologie di meditazione più conosciute qui in Occidente:

La Meditazione orientale: l’esplorazione della mente e del sé

La meditazione orientale è una pratica millenaria che ha radici profonde nelle tradizioni spirituali provenienti dall'Asia. Il suo scopo principale è quello di esplorare la mente e il sé interiore, portando a una maggiore consapevolezza e comprensione. Attraverso la meditazione, siamo in grado di dirigere l'attenzione ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, osservandoli senza giudizio e senza identificarci con essi.

Durante questo tipo di meditazione siamo invitati a coltivare la presenza mentale e la calma interiore. Attraverso la pratica regolare, possiamo sviluppare una maggiore chiarezza mentale e una connessione più profonda. Veniamo incoraggiati a lasciar andare le nostre preoccupazioni e a permettere alla nostra connessione interiore con il nostro Sé di emergere. In questo spazio di silenzio e pace, possiamo sperimentare una sensazione di unità e condivisione con tutto.

 

La Meditazione occidentale: il risveglio della nostra natura spirituale

La meditazione occidentale ha una prospettiva leggermente diversa rispetto alla sua controparte orientale. La pratica più rappresentativa di questo approccio è la Mindfulness  Sebbene condivida l'obiettivo di comprendere il sé interiore e la connessione con il divino, e si basa sui principi delle discipline orientali, questa pratica di meditazione si focalizza maggiormente sullo sviluppo della spiritualità personale. Ci permettiamo di commentare che se la meditazione orientale tende alla dissoluzione dell’ego, quella occidentale si occupa di rimetterlo a posto questo ego, prima di pensare, eventualmente, a dissolverlo nel Tutto. Questo per via della natura diversa degli occidentali rispetto agli orientali.

Attraverso questo tipo di meditazione, siamo invitati ad esplorare la nostra natura spirituale e a coltivare una connessione più profonda con il divino secondo la propria visione del mondo. Questa pratica ci permette di riflettere sulla nostra vita, valori e scopi, portando alla luce il nostro potenziale spirituale.

Questo tipo di meditazione utilizza tecniche come la visualizzazione, l'affermazione e l'ascolto interiore. Ci viene offerti un modo per approfondire la nostra comprensione del sé divino e di coltivare una connessione più autentica con esso. Spesso diventa una pratica terapeutica per contrastare i danni della vita moderna.

 

La Meditazione cristiana: l’unione con Dio attraverso la preghiera silenziosa

La meditazione cristiana è una forma di pratica meditativa che si basa sulla preghiera silenziosa e sulla contemplazione. Questa tradizione antica è stata praticata per secoli dai cristiani come mezzo per avvicinarsi a Dio e per sperimentare la presenza divina nella propria vita. Di particolare pregio è la Preghiera del Cuore: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!” che va ripetuta in continuazione, sia interiormente che a voce. Di nota anche le pratiche respiratorie dell’esicasmo, note per indurre stati profondi di coscienza.

Attraverso la meditazione cristiana, siamo invitati a lasciare che la mente si acquieti e a rivolgere l'attenzione a Dio attraverso la preghiera interiore. Nell'aprire il nostro cuore e la nostra mente all'amore e alla presenza di Dio, possiamo sperimentare una profonda unione con il divino.

Nella meditazione cristiana, siamo incoraggiati a coltivare il silenzio interiore, permettendo così alla voce di Dio di emergere e di guidarci. Attraverso la preghiera silenziosa e la contemplazione, possiamo ricevere rivelazioni spirituali e sperimentare una connessione, una fusione più profonda con il divino.

 

Conclusioni

In questa breve trattazione, che ha solo scopo orientativo, si è scelto di non approfondire altre forme di meditazione che ci arrivano da altre importantissime tradizioni come il Sufismo (ricordiamo le pratiche dei “dervisci rotanti”, la Kabbalah, o dalle tante altre tradizioni sparse in questo nostro mondo. Al lettore l’invito a “curiosare” anche in quelle direzioni.

Comunque, indipendentemente dalla tradizione o pratica scelta, l'importanza della meditazione nel comprendere e coltivare la nostra connessione con il nostro Se più profondo e col divino (che è la stessa cosa) è evidente. La meditazione ci offre uno spazio di silenzio e di pace nel quale possiamo rivolgere l'attenzione al nostro sé interiore e alla presenza di Dio. Dal nostro punto di vista (N.d.E.) dovrebbe, col tempo, diventare un’attitudine da vivere in ogni momento della nostra vita, camminando, andando al lavoro, lavando i piatti, ecc., non solo una pratica circoscritta ad un cuscino e ad un momento di isolamento.

Riassumendo, la meditazione è un dono prezioso e col tempo, attraverso la consapevolezza e l'apertura alla saggezza interiore, possiamo sperimentare una profonda unione con il divino e coltivare una connessione più autentica con esso; è questo ha l’effetto “collaterale” di farci sentire anche molto, molto meglio.


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1 commento

Grazie, i vostri approfondimenti sono sempre molto interessanti!

Daniela lavatore

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