Io non sono spirituale!
ELOGIO DELLA INEVITABILITÀ DEL MISTICISMO.
Spiritualità non significa assolutamente niente.
Se stai cercando di tornare alla pienezza eterna e totale della tua Origine, allora quello che stai facendo si chiama Misticismo.
AVVISO: Non sto dicendo che se ti senti o ti dichiari spirituale per questo tu sia una persona superficiale o approssimativa che non vuole andare in fondo alle cose. Ti spiego semplicemente perché per me non è cosa che mi si attagli e credo non possa essere la definizione di una ricerca della verità ultima delle cose, che riguarda forse una persona su mille, che voglia andare fino in fondo, domanda dopo domanda e usando tutti gli strumenti razionali e super-razionali a disposizione della nostra attuale condizione umana. Voler vivere tranquilli accontentandoci di ciò che ci rende più sereni, non è affatto reato, e chi sceglie questa soluzione non è disprezzabile. Le persone amorali ed egocentriche sono tutt'altra cosa, e quelle sì che sono un problema per tutti. Ok?
Cerco ultimamente di capire con esattezza che sto facendo ora che sto per iniziare a farlo nel mondo davanti a tutti. meglio avere le idee molto chiare adesso, perché tra poco sarebbe davvero troppo tardi.
Ho preso le parole chiave che descrivono il settore di cui mi interesso e ne ho osservato la traduzione ebraica considerando le radici delle parole che sono usate per ricostruirne esattamente il senso.
Sono nella immagine prima tra quelle sottostanti.
Sono una persona di religione? No, io non faccio religione. Non sono un profeta, né un riformatore religioso, né un Illuminato (di Baviera o meno), né un Unto dal Signore e nessun angelo mi ha mai messo un libro nelle mani o mi ha mai annunciato la mia prossima maternità.
Sono una persona che parla di fede? No. Ho una fede ma non ne parlo a chi non abbia percorsi simili al mio. Io non appartengo infatti alle linea di pensiero "Credo ut sapiam" ma "Scio ut credam". Sono giunto cioè a riconoscere in me la presenza di una fede come effetto delle esperienze cognitive fatte nei decenni in diverse stagioni della mia vita ed in una pluralità di stati di coscienza inquadrati o meno in pratiche specifiche.
Sono un esoterico? Non nel senso comunemente inteso. Per me l'esoterismo non è affatto un fine o un ambiente culturale che io ami. È solo un metodo, che in questi campi è assolutamente ineludibile. Riconosco la natura esoterica di ciò che pratico ed in cui credo, proprio perché non è possibile trasmetterlo ad altri in modi alternativi a quelli in cui è stato trasmesso a me: cioè attraverso la guida paziente e per lungo tempo di maestri realizzati che progressivamente e gradualmente rilasciano conoscenze, verità, prove, pratiche e segreti in relazione al tuo livello di sviluppo lungo una via iniziatica tradizionale. Quando ciò che sei diventato ti consente di porre al Maestro la giusta domanda, lui saprà che è venuto il tempo in cui tu sei in grado di gestirne e assimilarne la risposta e la risposta ti verrà data, così che potrai maturare in te la successiva domanda.
Restano dunque Misticismo e Spiritualità. La risposta sembrerebbe essere "Spiritualità" o Ruhanniut. La Kabbalah Estatica o profetica , quella di Abulafia o degli Hekhalot, per intenderci, si chiama infatti Kabbalah Ruhanniut. Ruach è in ebraico lo Spirito, il Soffio Vitale animico che anima emozionalmente il corpo. Ma non può più essere "Spiritualità" la giusta risposta, oggi.
È Spiritualità la parola che sarebbe per tutti noi meglio dimenticare. È diventata una escort tuttofare che si presta ad accompagnare di tutto e di più. È tutta trucco e parrucco, non ha più una faccia sua.
Soprattutto, con la evidente crisi di fede ed adesione delle persone semplici e comuni alle religioni monoteistiche rivelate nel mondo industrializzato e postmoderno si è venuta a creare una contrapposizione artificiosa e perversa tra SPIRITUALITÀ VS RELIGIONE. La Spiritualità viene vista come una cosa laica, priva del concetto dell'esistenza di un Dio, qualcosa di puramente umano ed umanistico che consisterebbe nell'aspirazione degli esseri umani a sentirsi coinvolti nel qui ed ora per dispiegarvi comportamenti etici e virtuosi a beneficio del genere umano andando in tal modo oltre se stessi. Maga Magò Margherita Hack soleva dire "Non c'è bisogno affatto che esista un Dio perché io decida di essere etica".
La frase classica che avrete tutti sentito migliaia di volte è "Non sono religioso, non credo in Dio, ma sono spirituale". Ed è una frase indisponente.
Il sociologo delle religioni David Mills aveva qualcosa da dire in proposito, e non ha fatto giri di parole:
"Avrete sentito alcune persone dire che sono “spirituali ma non religiose”. La mia supposizione è che questa definizione non venga usata da tante persone ma descriva molta gente, anche tanti di coloro che frequentano la chiesa.
Non la capisco. Questa idea mi sconcerta. È troppo evanescente, come una di quelle nebulosità che si vedono in un bosco e scompaiono quando ci si entra. Se devo investire in qualcosa, voglio che sia una cosa che posso toccare.
La definizione è un po’ vaga. Uno scrittore inglese in cui mi sono imbattuto nell’affidabilmente antireligioso quotidiano inglese The Guardian ha ammesso di essere una delle persone che la pensano in questo modo, ma poi ha spiegato: “È una frase esasperante, che trasuda sia superiorità compiaciuta (‘Sono più profondo di un ateo ma più intelligente di un credente!’) che credulità New Age”.
È anche la mia impressione".
Ed è pure la mia.
Ultimamente un mental coach italiano, Agostino Famlongo, oltre a grafici molto interessanti ha tentato di dare una moderna definizione concreta di che cosa possa essere in sintesi la spiritualità:
lui ci parla prima dei quattro tipi essenziali di atteggiamenti umani attraverso i quali vivere la spiritualità:
- La spiritualità come livello più elevato di ogni linea evolutiva.
- La spiritualità come linea evolutiva a sé stante (vedi grafico).
- La spiritualità come particolare stato di coscienza (peak-experience).
- La spiritualità come atteggiamento nei confronti della vita.
Ciò premesso continua dicendo:
Qual è l’interpretazione migliore tra quelle proposte? Nessuna.
Ovvero tutte hanno il medesimo valore.
Nessuna definizione ha il diritto di prevalere sulle altre.
Tutti questi approcci alla spiritualità hanno una propria validità e un legittimo diritto di essere tenuti in considerazione.
I problemi emergono in due scenari:
- Quando, non comprendendo queste quattro sfumature, una persona parla della spiritualità intendendo un significato ad un’altra che invece ne sottintende un altro. L’incomprensione è garantita.
- Quando si considera un’unica interpretazione della spiritualità non considerando valide le altre. Rimangono precluse notevoli possibilità di crescita. Alla luce di queste conoscenze, le soluzioni sono semplici, speculari rispetto ai due problemi appena esposti:
- Specificare sempre a quale interpretazione ci si riferisce quando si parla di spiritualità a qualcun altro.
- Allargare i propri orizzonti e includere tutte e quattro le possibili interpretazioni nel proprio panorama di crescita spirituale.
E conclude la sua esposizione con un tentativo apprezzabile di sintesi:
Un possibile approccio alla spiritualità, che include tutti e quattro i significati qui esposti, è questo:
LA SPIRITUALITÀ È IL CONTATTO CON LA PROPRIA UMANITÀ.
Non il contatto con qualcosa di trascendente, che va oltre, ma con qualcosa che appartiene all’essere umano in quanto individuo consapevole di esistere.
Che si consideri la spiritualità come lo sviluppo massimo delle linee evolutive, come linea evolutiva a sé, come un particolare stato di coscienza o come un atteggiamento verso la vita, in ogni caso si ha a che fare con aspetti che ci caratterizzano in quanto esseri umani dotati di consapevolezza.
La crescita spirituale è il riappropriarsi completamente della propria umanità.
Non il trascendere ed abbandonare la vita, come nel Bypass spirituale, ma il vivere pienamente la propria vita, in tutto lo spettro delle sue potenzialità, in relazione con gli altri individui consapevoli.
DEFINIZIONE OTTIMAMENTE GENERALE MA IL PREZZO CHE PAGA è DI ESSERE UNA GENERICISSIMA TAUTOLOGIA.
Senza l’esistenza nel contesto “spirituale”, di una struttura dell’Essere comprensibile all’uomo che gli conferisca conoscenza di dove si trova, da dove viene e di perché, per fare cosa egli esista, cioè in altre parole un senso ultimo uno scopo ultimo una spiegazione ultima, non siamo in grado di apprezzare realmente la vertiginosa bellezza ed importanza del nostro libero arbitrio come pre-condizione necessaria della qualità etica della nostra azione o non-azione. Togli Dio da questo quadro e ti resta solo una bella pallina di gelato senza cono, cascata sull’asfalto bollente di agosto, che è destinata in pochi secondi a diventare una poltiglia zuccherosa inutile. La fisica del Vuoto Quantomeccanico ha recentemente dimostrato che la filosofia emanatista della catena dell’essere e della coincidenza tra Essere e Vuoto, dimostra non solo l’esistenza certa dell’Essere come unica vera realtà a monte di tutto ma conferma la validità intuita dai filosofi migliaia di anni fa della serie di passaggi che spiegano come dall’Uno si giunga al Molteplice e dal Molteplice si ricostituisca l’Uno nella continua pendolare dialettica tra l’Essere che è e l’esistente che non è. Cosa peraltro espressa già efficacemente dalla quantistica di Schroedinger. E comunque la lodevole formulazione generale di una definizione di “Spiritualità” di Famlongo d’altro canto non tiene nemmeno conto di quello che la dott. Elizabethh Scott PhD chiama “potenziale trappola della spiritualità” per descrivere il fenomeno noto come
AGGIRAMENTO SPIRITUALE
Ciò comporta la tendenza a usare la spiritualità come un modo per evitare o eludere problemi, emozioni o conflitti. Ad esempio, invece di scusarti per qualche tipo di ferita emotiva che hai causato a qualcun altro, potresti aggirare il problema semplicemente scusandolo e dicendo che "tutto accade per una ragione" o suggerendo che l'altra persona deve solo "concentrarsi sul positivo". La spiritualità può arricchire la tua vita e portare a una serie di benefici, ma è importante essere cauti per non lasciare che gli ideali spirituali portino a trabocchetti come il dogmatismo o un motivo per ignorare i bisogni degli altri.
No, non sono spirituale. È finalmente chiaro questo.
Io sono un mistico, un teista che ha fede in ciò che ha compreso, che lavorando all’interno di una tradizione esoterica nel metodo e sapienziale nei fini, cerca di rivelare a più persone possibile i modi, i passi, le fasi, gli stadi, le tecniche per risalire quella scala dell’Essere.
Quella scala che l’Essere Uno ha percorso in discesa attraverso una serie di emanazioni a cascata dalla e della sua essenza, e che noi esistenze fenomeniche molteplici ed impermanenti siamo chiamati a risalire per ricongiungere la nostra scintilla divina all’essere uno arricchendolo in conoscenza con il potere rivelatore ed auto-cognitivo delle nostre esperienze terrene.
Torat Niglà, questo è il nome del Misticismo in ebraico. “Il manuale delle Istruzioni nascosto” è una possibile traduzione. Occultato nei testi ricavabile dalla lettera del messaggio e da combinarsi poi con il senso palese, metaforico, filosofico ed escatologico del testo stesso, per una APOCALISSE (ri-velazione) istantanea del suo senso assoluto che come un ago della bussola conficcato nel cuore e nella mente ci guidi infallibilmente, alla fine del nostro affaticarci terreno, alla Casa senza Tetto, Muri e Porte da cui la nostra scintilla era dipartita. Così che la gloriosa piccola goccia che siamo stati torni ad essere
cullata nel Grande Oceano in cui si è dissolta.
Buon viaggio e buona fortuna a tutti voi.
1 commento
grazie per il chiarimento della Spiritualità , ho 74 anni e purtroppo o per fortuna non ho ancora trovato un chiarimento sul mio percorso terreno , complimenti per la spiegazione" Spirituale "