Dio è un Verbo?
"Cos'è Dio? Dio non è quello che pensiamo che sia. Dio non è una cosa, un essere, un sostantivo. Non esiste, come viene definita l'esistenza, poiché non occupa spazio (o include tutto lo spazio, ma non è limitato da esso) e non è vincolato dal tempo. I mistici ebrei spesso si riferiscono ad esso come Ein Sof, che significa Infinitezza. Ein Sof non dovrebbe mai essere concettualizzato in alcun modo. Non dovrebbe essere chiamato Creatore, Onnipotente, Padre, Madre, Infinito, l'Uno, Brahma, Mente di Buddha, Allah, Adonai, Elohim, El o Shaddai; e non dovrebbe mai, mai essere chiamato "Lui". Non è nessuno di questi nomi e non ha genere.
Rav David Cooper da "G-d is a Verb" (Trad. Tzuriel Trevi)
Cos'è Dio?
Rav David Cooper una decina abbondante di anni fa mi mandò in fibrillazione quando mi procurai e lessi in versione originale (non è tradotto tuttora) il suo "G-d is a Verb".
Psicanalista e neo-chassidico, Rav Cooper è un filosofo saldo e coraggioso che non teme di andare con occhio lucido e sintetico in esplorazione della nostra concezione di Dio, per smontarla senza pietà, per confermare al suo posto, semplicemente, null'altro che la per noi sconcertante, ma reale, situazione che si impone a noi quando ci avviamo finalmente su di un sentiero di teomonismo non-dualistico, che è poi nient'altro che la inevitabile la fase culminante e definitiva del cammino iniziato con la percezione della scala dell'Essere come conseguenza del dispiegamento emanatista graduale della Creazione dall'Essere all'apparentemente-molteplice ed-altro-da-Sè.
Quando lo chiamiamo Dio, di cosa stiamo parlando?
Se diciamo che è compassionevole, pieno di gentilezza amorevole, la fonte dell'amore, potremmo parlare della nostra immagine di ciò che pensiamo dovrebbe essere la natura divina, ma non stiamo parlando di Ein Sof. Allo stesso modo, se diciamo che il Dio ritratto nella Bibbia è vendicativo, geloso, arrabbiato, crudele, indifferente o punitivo, non possiamo riferirci a Ein Sof.
Ein Sof include attributi ma non può essere definito da nessuno di essi singolarmente o da tutti insieme. Il mistero dell'origine dell'universo ha affascinato ogni coscienza umana fin dall'inizio della storia documentata. In tutte le culture del mondo troviamo la domanda senza tempo: c'è un creatore e se sì qual è la sua natura? In caso contrario, come è iniziata la creazione e qual è il suo scopo? I mistici insegnano che esiste una connessione universale tra tutte le cose; la scienza moderna offre lo stesso messaggio. Questa connessione ha vari nomi, alcuni dicono che è una forza dell'anima, altri la chiamano amore; gli antichi lo chiamavano etere, la scienza spesso lo chiama energia. (NdT* e Massimo Corbucci lo chiama VQ, Vuoto Quanto-meccanico).
Tuttavia, sebbene vi sia un accordo generale sul fatto che sembra esserci una natura fondamentale nel continuo dispiegarsi dell'universo, la nostra relazione con il nucleo di questa natura è stata oggetto di un considerevole dibattito. I mistici ebrei sono particolarmente preoccupati di dare un nome alla connessione universale. Le persone confondono i nomi con le identità. Molte culture primitive hanno nomi segreti. Non ti diranno i loro nomi per paura che tu abbia potere su di loro. Allo stesso modo, a volte, non ti permetteranno di fotografarli. Nella mente primitiva, l'essenza di una persona può essere catturata e imprigionata se si ha il controllo su un nome o sull'immagine. Quando diamo un nome a chi non ha nome, è un ostacolo che fa inciampare la maggior parte delle persone. Pensiamo che se ha un nome, ha un'identità. Un'identità viene fornita con attributi. Quindi pensiamo di saperne qualcosa. Questo è un errore. Per migliaia di anni questo errore si è radicato nella psiche umana. La parola "Dio" suggerisce l'incarnazione di qualcosa che può essere afferrato. Abbiamo dato un nome all'ignoto e all'inconoscibile e poi abbiamo passato un tempo infinito a cercare di conoscerlo.