Perché proprio la geomanzia?
Mi hanno chiesto: "Vale, ma perché proprio la geomanzia?"
Perché, con tutte le mantiche che ci sono, proprio questa, così tanto antica e complessa, così poco nota e diffusa? Non ti bastava scrivere ancora una volta di tarocchi che, in fin dei conti, in quasi tutti gli ambienti esoterici, sono amati e utilizzati?
No, non mi bastava.
Il problema è che io ho proprio una fissa per le cose antiche. Anzi, più sono vetuste, insolite e dimenticate, più ai miei occhi assumono valore. Sarà perché vengo da una famiglia di antiquari, sarà perché ho studiato Storia e ragiono da storica, sarà perché il mio modo di vivere la spiritualità è animista e pagano, e di conseguenza mi viene spontaneo pensare che, più ci si avvicina alle origini, più ci si rapporta con gli archetipi primigeni e si fa esperienza del Vero.
In poche parole non potevo non farlo. Non potevo non studiarla, amarla, divulgarla. La geomanzia è, forse, la più antica arte divinatoria in assoluto, anche più dell’astrologia, perché prima di volgere gli occhi al cielo, i sapiens devono per forza aver prestato attenzione a dove mettevano i piedi. E sotto i piedi c’è la terra, con le sue energie, i suoi spiriti, i suoi messaggi. Messaggi che bisogna imparare a leggere e interpretare.
Per secoli, anzi, millenni, la geomanzia è stata praticata, partendo dal Medio Oriente, passando per l’Africa, giungendo fino all’Europa e alle Americhe. Non c’era mago rinascimentale che non la conoscesse, non c’era - e in molti casi non c’è ancora oggi - sacerdote africano che non la considerasse un atto cerimoniale della massima importanza.
La domanda che bisognerebbe porsi è piuttosto: perché in occidente è caduta in disuso e gli esoteristi moderni preferiscono altre mantiche?
Semplice, perché sostanzialmente questa divinazione è un reperto archeologico. Come un tempio, è stata ricoperta dai detriti del tempo, come un idolo è stata demonizzata e vituperata dalle mentalità religiose che si sono susseguite nei secoli, come un vaso o una coppa è stata frammentata, spesso mal assemblata e interpretata, privata - in molti casi - della sua ricca ritualità primigenia.
Allora ho deciso, da restauratrice idolatra quale sono, di rispolverarla, ricomporla, studiarla e riproporla, cercando di fornirle una connotazione più moderna, coerente e incline alle esigenze degli esoteristi contemporanei. L’ho fatto perché ritengo sia una mantica estremamente affascinante, capace di offrire ancora tanto. Non si può affrontare un percorso spirituale se non si conosce da dove esso abbia avuto origine.
Ecco perché proprio la geomanzia.