Chiedetevi a cosa serve la bellezza
Shakespeare disse: “La Bellezza è negli occhi di chi guarda”.
Dunque, non esisterebbe come qualità obiettiva, ma sarebbe il risultato di una costruzione soggettiva del pensiero dell'osservatore. Tanti osservatori e dunque tante diverse bellezze, o anche bruttezze, perché non è affatto impossibile che a te non piaccia affatto ciò che io trovo invece meraviglioso. E viceversa.
Shakespeare ha detto una banalità da biscotti della fortuna cinesi.
Ma io voglio parlare in modo diverso da Burke o da Kant e dai razionalisti empirici.
Sono un cabalista e devo cercare di trovare definizioni mistiche per la bellezza, che è uno dei più essenziali crocevia dell’Universo.
Soprattutto perché c'è nell'Universo una sconvolgente enormità di bellezza mozzafiato che noi non conosciamo, perché si trova là dove non è inteso che l'occhio umano la guardasse e la giudicasse. Eppure c'era, è sempre stata lì, oggettivamente lì, per fare quello che la bellezza deve fare.
La bellezza è una frequenza armonica che rivela l'attività in corso del processo dell'Essere essente ciò che È (The Being, being Being, secondo la formula di Cooper) che viene così indicato da essa come fonte e sorgente dell'onda vibrazionale che attraversa il Campo, nonché del Campo stesso.
L'Essere non può manifestarsi che nella Bellezza e quindi esporla all'azione delle forze esistenti nel Campo che si è venuto a formare nel Tehiru, saturo di Reshimu, e coperto dal mantello di Luce del Malbush, come dicono i cabalisti Kordoveriani da almeno 6 secoli. E ovviamente degli opposti complementari necessari che possono agire per travolgerla e trasformarla.
Uno dei quark scoperti per ultimi dai fisici è stato chiamato quark “Beauty”. Il quark bottom (solitamente abbreviato in quark b), talvolta chiamato quark beauty, è un quark di terza generazione con carica elettrica negativa di -1⁄3 e e una massa stimata di 4,20 GeV/c2, teorizzato nel 1973 dai fisici Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa per spiegare la violazione della simmetria CP e poi comprovato nella sua esistenza da esperimenti sui Muoni nel Fermi Lab nel 1977.
La Fisica, infatti, ci mostra tutta l'esplosiva, barocca, ridondante, inesauribile, inarrestabile bellezza della materia, (che è Eterna perché anch'essa è energia dall'Essere in altra forma, sottoposta ad eterno circolare divenire) che l'Essere fa sì che si modelli in forme sempre più ardite e paradossali e poi trascendentali e quindi non-duali. In fondo bastava l'atomo di idrogeno per dire: “ok., anche questa è fatta, passiamo alla prossima forma di manifestazione”.
E invece no: tutto questo inconcepibile Universo con antimateria (forse), materia oscura, quasar, nane bianche, buchi neri, wormholes è qualcosa che rivela l'esistenza, anzi l'Essenza di un Pensiero che si Pensa. Essere è Pensare. E la Bellezza è la dimensione manifesta del pensiero Assoluto.
Vi invito a leggere il seguito sul mio articolo nel prossimo numero di Nitrogeno, il secondo, un progetto filosofico, scientifico ed etico raccoltosi intorno a Fontana Editore. Parleremo del pensiero e della sua capacità reale di creare nella materia in accordo con la volontà e l'intenzione dell'uomo, con tutti gli esperimenti scientifici compiuti in questo campo, come quelli del Progetto PEAR di cui, chissà come mai, non si parla affatto.
Il Princeton Engineering Anomalies Research (Ricerca Ingegneristica di Princeton sulle Anomalie) il PEAR, è nato nel 1979 ad opera di Robert Jahn, Professore di Fisica Applicata alla Facoltà di Ingegneria e poi Preside all’Università di Princeton. Il suo intento era quello di offrire uno studio scientifico sul ruolo della coscienza umana nell’andamento di alcuni dispositivi ingegneristici.
Per intenderci, lo scopo è stato quello di approfondire più da vicino la questione dell’influenza dell’osservatore nei fatti osservati, vale a dire quanto la coscienza umana intervenga nella realtà circostante. In questo caso, su macchine appositamente costruite per l’esperimento.
Con un metodo scientifico rigoroso, venne analizzato l’effetto della volontà sul comportamento di vari apparecchi ottici, acustici, meccanici ed elettrici, denominati REG, Random Event Generators (generatori di eventi casuali).
E che abbiamo scoperto?
Che Schroedinger aveva perfettamente intuito come stanno le cose.
Il Pensiero dell'osservatore muta la realtà osservata, perché il Pensiero può creare realtà in conformità al suo volere ed anche manifestare materia che prima non c'era.
Ma solo dal 1999, quando Massimo Corbucci, unico al mondo, disse “no, è una bufala totale!” alla scoperta farlocca del Bosone di Higgs, che noi abbiamo realizzato che nel Vuoto Quanto Meccanico, veramente c'è la Dirah be Tachtonim della Kabbalah, cioè la Dimora di Dio nella Materia, perché quel vuoto, terribile solo accostarsi per cercare di comprenderlo, non è affatto vuoto, ma è PURO INFINITO PENSIERO.
E lo possiamo provare. E mettere così le basi per una Matematica con indice di countability di almeno Aleph 5 (siamo fermi ad Aleph 3) che ci servirà per rivoluzionare interamente questo mondo. La produrrà la sinergia di filosofia, fisica e mistica.
Finalmente una sfida interessante.