La danza del Tao: incontro col maestro Giuseppe Urselli

La danza del Tao: incontro col maestro Giuseppe Urselli

Giuseppe Urselli e Alessandro Rusticelli

Il taoismo ci parla con immagini semplici e potenti: il fiume che scorre senza sforzo, il vento che piega i rami senza spezzarli, il fiore che sboccia senza chiedere permesso. In queste immagini si cela il Tao, la via che attraversa ogni cosa e che ci invita silenziosamente a entrare in armonia con l’essere. Seguirlo significa praticare il wu-wei, che non è un lasciarsi andare all’inerzia, ma un danzare al ritmo dell’esistenza; significa riconoscere il gioco dello yin e dello yang, il continuo alternarsi di pieno e vuoto, attività e riposo, tensione e rilassamento, abbandonandosi alla spontaneità del vivere.

Il maestro Giuseppe Urselli - erede della tradizione di Chungliang Al Huang e Alan Watts - ci spiega così i principi fondamentali di questa filosofia: “Il carattere cinese Tao - che possiamo tradurre come via, percorso o sentiero - è un simbolo multidimensionale che ci fa prendere in considerazione la possibilità di intraprendere uno stile di vita salutare, in sintonia con la natura e con il fluire della sua energia.

Mentre l’Occidente promuove un modus vivendi in cui prevalgono materialismo e razionalità, l’Oriente da migliaia di anni si è concentrato sul vivere l’immediatezza del momento presente. Per sottolineare questo punto, il grande Lao Zi diceva che il Tao di cui si può parlare non è il vero Tao. Sia lui che Zhuang Zi hanno descritto il Tao con una saggezza fuori dal comune, mettendone in luce il grande mistero. Confucio ha invece utilizzato il vocabolo per fini politici e sociali, con l’intento di guidare le famiglie e le persone verso relazioni sempre più armoniose.

Prossimamente in una serie di incontri aperti a tutti - che terrò con il dott. Rusticelli - spiegherò meglio i sottili e profondi principi che animano il Taoismo, partendo dal modo in cui sono scritti negli splendidi ed evocativi caratteri cinesi. Faremo anche qualche semplice esercizio di Qi Gong e di Tai Ji per percepire concretamente attraverso i nostri giocosi movimenti lo spirito del wu wei e dello zi ran e sperimentare la gioiosa armonia di corpo, mente e spirito”

Come sottolinea il Maestro Urselli, il luogo dove l’incontro con questi principi risulta più semplice e immediato è proprio il corpo. Ogni nostro gesto, a ben vedere, prende vita dal respiro, ponte invisibile tra l’interno e l’esterno, tra noi e l’universo. Centrarsi su di esso trasforma la filosofia del Tao in un’esperienza concreta: un’arte di muoversi e respirare con leggerezza, equilibrio e ascolto, danzando con il ritmo segreto della natura. In Asia sono molte le arti che hanno fatto di quest’idea il loro principio fondamentale: tra esse la più nota è il Tai Ji.

A questo proposito, il maestro Urselli afferma: “Oggi cresce anche in Italia l’interesse nei confronti del Taoismo e delle pratiche meditative e salutari del Tai Ji e del Qi Gong. Allo stesso tempo, occorre constatare che, ahimè, regna una gran confusione su queste tematiche e, spesso, anche l’interpretazione proposta dagli accademici risulta lontana dalla realtà, essendo più concettuale che pratica. Parallelamente, la maggior parte dei praticanti di Tai Ji Quan, non solo in Italia, ne ha una comprensione per lo più tecnica, che enfatizza le abilità fisiche ma dimentica la comprensione dei principi di fondo a cui i movimenti s’ispirano e il lato spirituale di quest’arte. Date queste premesse, se dopo aver letto libri sul Tao e aver praticato alcune forme di Tai Ji Quan, si vuole compiere un passo ulteriore verso l’integrazione della filosofia nella vita quotidiana, si rischia di rimanere disorientati perché sono pochi i possibili percorsi disponibili… per mia fortuna ho avuto l’onore di seguire per oltre trent’anni gli insegnamenti del maestro Chungliang Al Huang che, insieme ad Alan Watts, ha svolto un eccellente lavoro d’integrazione della filosofia del Taoismo e della pratica del Tai Ji. Leggere alcuni dei loro meravigliosi testi, come ad esempio ‘Il Tao, la via dell’acqua che scorre’, può aprire a straordinarie visioni, toccando corde profonde del nostro animo.

Al di là delle distanze geografiche, Chungliang Al Huang e Alan Watts sono riusciti a far dialogare Est ed Ovest, due culture così diverse e lontane fra loro. Ispirato dal loro esempio, ho scritto due libri e tenuto anch’io numerosi corsi e seminari di Tai Ji in Italia e all’estero con l’intento di diffondere questo messaggio con semplicità e profondità. Il Taoismo a cui mi riferisco non è quindi teorico bensì pragmatico, una ricerca e un invito a sperimentare la gioia del Tao nell’immediatezza del qui e ora. Il mio tentativo è di mostrare che i principi filosofici del Tao, esposti magnificamente in opere antiche come il Tao Te Ching, possono essere messi in pratica da chiunque attraverso il movimento e applicati alla complessità della vita moderna. Il primo passo per conoscere il Tao è esplorare e coltivare sé stessi attraverso la pratica della meditazione e del Tai Ji”.

Le parole del maestro Urselli - che vibrano della stessa energia che troviamo nelle opere di Alan Watts - riecheggiano anche nella pratica di un’altra arte per certi aspetti affine al Tai Ji, cioè l’Aikido. L’Aikido non è soltanto un’arte marziale: è limitante e in contraddizione con l’intento del suo fondatore considerarlo tale. È piuttosto un canto silenzioso alla vita, una danza che trasforma il conflitto in incontro. Nato dall’intuizione visionaria di Morihei Ueshiba nei primi decenni del Novecento, l’Aikido si radica nelle antiche tradizioni guerriere del Giappone, ma le trasfigura in un cammino di pace, consapevolezza e trasformazione interiore.

Per O-Sensei la vera vittoria non era quella ottenuta contro un nemico, ma quella conquistata su sé stessi: la dissoluzione dell’ego, la purificazione dello spirito, la ricerca di un’armonia che abbraccia ogni essere vivente. La sua arte non si limitava a colpire: era un incontro con le forze dell’universo, un dialogo con lo spirito. Di quest’arte forse parleremo ancora, in un altro momento, per ora l’importante è notare che, come nel Tai Jii, in essa troviamo un Taoismo in movimento, una filosofia pratica che, se seguita con perseveranza e serietà, può avvicinarci alla spontaneità che è al fondo della nostra anima e della natura tutta.

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