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Il bastone era già un drago per ingoiare tutto l’universo
Leonardo AnfolsiUn discorso tenuto dal Rev. Reiyo Ekai Roshi a un gruppo di Colleghi
Qualche giorno fa un amico mi confessò di accreditare la teoria di una terra che, se non è proprio piatta potremmo definirla “un poco più complessa della pizza”, ma anche del pallone o del mandarino usuali, insomma una roba un po' composita. Del resto, dopo pizza, pallone mandarino, mancherebbe… cosa? Il caffè, la sigaretta, appena svegli, la mamma, la torre di Pisa, la gondoletta?
Non feci una piega, ma anzi lo feci sobbalzare, raccontandogli che anche noi buddisti, nell’abhidharma, diciamo qualcosa di simile, col monte Meru, i quattro continenti accerchiati da un oceano sterminato, aggiungendo però che queste sono esposizioni di una geografia esperienziale ma anche, al contempo, epica e – in tal senso – geometrica, laddove non ci interessano le teorie, non quelle più condivise e nemmeno quelle strambe.
Intanto una teoria vale l'altra e non conta niente, nei fatti, che sia scientifica o mistica, tanto conta la tua percezione e questa non ha possibilità di essere confrontata perché niente impara o dice perché tutto rispecchia quando hai realizzato il satori, perché il satori non è “fenomenologia mistica” ma è la pupilla di tutto, come si accorsero anche Giordano Bruno e Pico della Mirandola, così, intanto allargando un poco questo vissuto oltre rigidi confini.
Ius Vertendi Cardinis Omne Meum Est, dicevano i nostri padri romani sperando, io credo, di evocare quella luce e quel coraggio, come quando la rondine, il cielo e tutto il resto si muove dentro di te. Coraggio, perché sei solo col tutto esploso nel respiro.
E, sempre i nostri padri romani, dicevano anche di animadversione, idea che oggi abbiamo più spinto in direzione della “avversione” ma che, in realtà, significava ben più un “avvertire” che spereremmo, oggi, di decrittare o implementare tramite protesi tecnologiche.
Questo amico di cui dicevo è un uomo plurilaureato ma, soprattutto geniale, quindi mi sentì onorato della sua domanda: “Cosa ne pensi tu?” Eh, credevo di averglielo già spiegato. Allora, ci provai ancora: “Non ne penso, nel senso, non ho mai creduto che il mondo fosse qualcosa, anche quando prendevo voli intercontinentali. Per me tutto ciò non ha importanza”.
“Insomma, devo andare in California, prendo il volo a Zurigo, ma mi fanno scendere a uno scalo intermedio, a Chicago. Cos’è successo? ...Tu e chi è in disaccordo con te, pensatela come vi pare”.
Era allibito.
“Io-non-lo-so”.
Allora lui ci provò a buddizzare, dicendo che la realtà relativa è quella che dicevo io, ma che quella assoluta, invece, è quella effettiva, quella che è assoluta, in quanto comprovata. “Cioè, cosa volevi dire con effettiva? Volevi dire tangibile, ineludibile?”. Ero chiaramente diventato l’inquisitore: “Ineludibile, poi, per chi? O davvero intendevi La Verità, quella colla V maiuscola!?” Non potevo credere che anche lui, praticante di buddhismo, si fosse incagliato in simili occidentalità.
“Cosa volevi dire con effettiva? Invece la mia sarebbe stata relativa, perché era una spiegazione, mentre la tua, invece?”. Le sue quattro lauree, tutte meritate, peraltro con due lauree tecniche su quattro, iniziavano a pesare su di lui. Pure lui antivax – novax (per noi è dire nulla) - convinto come me, stava iniziando a teorizzare scientificosamente. Eccole le solite figure di cartone ritagliate in cielo! Ci riprovai a spiegarmi. “Va bene” mi dissi “sarò, in qualche modo, meno zen”.
“Sarà per forza vero che il mondo per noi buddhisti è un mandala col Monte Meru e i quattro continenti, come anche che è sferico o - come si diceva quando ero ragazzo (che me lo ricordo bene si dicesse così) fatto a mandarino, cioè coi poli schiacciati – ma, vedi, la questione è come singolarmente, e poi, magari, collettivamente, percepiamo il mondo. Poi, però, la cosa riguarda me singolarmente, cioè come IO percepisco il mondo. Questo, i benefattori elitari, lo sanno bene ed è per questo che tentano di convincerci collettivamente di questo o di quello, perché sanno che quando si alza la marea psichica, soprattutto se è una marea di paura, ci fanno fare quasi quello che vogliono”. Si grattava la bazza e vedevo che elaborava e elaborava.
“Per esempio (potere della collettiva marea!), da parte mia, ogni volta che, nel 2020, dicevo ‘coronavirus’, tossivo almeno quattro volte; il che mi mise in allarme, ma non verso un ipotetico vairuz, ma proprio nei miei confronti. Ero entrato anch'io nella “zuppa”? Anch'io sognavo l'incubo collettivo? La mia risposta fu… “Sì”! La considerazione successiva fu “cazzarola” e quella finale fu un “vaffanculo”.
Proseguii, mentre lo vedevo oramai cogli occhi sbarrati: “Altro che fluidità di genere, Fratello, serve una fluidità in senso filologico, culturale, altrimenti la civiltà diventa solo la rappresentazione di se stessa, la favola della nostra decadenze, una sconfitta totale…”. E via così, no? (bla bla bla) “E poi stupisciti che non fanno più le immagini della terra a mandarino, ma solo della terra sfera!”.
E lui ghignò: “Te ne sei accorto anche te, allora!?”. Come dire “non è che mi fai tutto questo discorso per dirmi che la terra è sferica, eh?”.
Difficile ascoltare e capire qualcuno che consideri il super-esperto dire “non-lo-so e non-intendo-saperlo, datosi che rimanendo in questo nihil scire rischio, davvero, di vedere/vivere il mondo”.
Infatti finimmo a parlare d'altro. Per la nostra mente occidentale sembra assolutamente necessario appoggiarci, su di un senso e un'idea di corpo, che è il corpo ben monitorabile ed equivocabile, ad hoc, oggi, dalla famosa scienza medica, considerando che il 97% - si dice - dei cosiddetti ‘scienziati ricercatori attivi’ è in vendita al migliore offerente. La degenerazione dai tempi di Andrea Vesalio, che dissezionò cadaveri pubblicamente, ci ha dato oggi il corpo umano-patologico-monitorabile-a-volontà, del tutto privo di endogena, spirituale pregnanza staminale, ma già in coda per gli esami di rito. Infatti si è giunti alla malattia della a-sintomaticità, e ho trovato sul Cambridge Dictionary Online una definizione di immunità che sembra scritta da Burioni, dato che è solo di tipo vaccinale. Vabbé, passiamo oltre.
Eh, io sono certo che chi pratica meditazione - più facilmente di altri - franga i flutti con il petto; ne ho la dimostrazione anche da quelli che conosco di voi. Nella fisica non mi addentro, la lascio agli ottimi Massimo Corbucci, Rupert Scheldrek; ma sul buddismo e sulla salute posso dire qualcosa. Un filosofema buddista è: “nessun fenomeno ha esistenza propria” ...bang! Ecco una bella sberla!
E qualcuno può ricordarsi del maestro Ummon, quando dice, o forse URLA: “Il mio bastone si è trasformato in drago e ha ingoiato tutto l'universo”. Veloce, no? Se entriamo in questa fluidità vediamo come un intero mondo scompaia, per riapparire molto più vivo e invadente. Entrando in questa intuizione rimaniamo un po' senza fiato, che è anche uno degli effetti della meditazione, giusto?
Quando si parla dell'aggregato (skanda) della forma, i buddologi d’oggi sembrano parlare di qualcosa di denso, diciamo pure compatto, ma non è così che sarebbe lo skanda della forma, soprattutto perché corpo, kaya o rupa che sia, vuole dire varie cose, mentre ecco che il namarupa, cioè il mente-forma, definirebbe, secondo i buddologi d'occidente, l'identità individuale.
Ma, ragazzi, mica esiste una roba simile nel buddhismo! Qui regna paticca-samuppada, cioè la co-emergenza di tutti i fenomeni. Semmai, sarebbe una interidentità o una transidentità (si direbbe oggi). Allora: posso scegliere fra la cravatta e il farfallino? Ma sì. Posso credere nella scienza? Come no? Magari è un ossimoro, ma son cavoli tuoi. Quindi, volendo, puoi, posso. Però aggiungo: non so se mi conviene farmi punzonare di veleni, io più i miei poveri figli. Forse no. Mah! E, forse, questo neanche avrebbe a che fare con la famosa scienza.
Questo, invece, è la tentazione di essere in ottemperanza dell'inconscio collettivo, freudianamente malato e zero coerente: perché Freud, ragazzi, ci vedeva così. Se abbiamo capito, abbiamo capito. Se l’abbiamo capito, questi elitisti, questi quarta/rivoluzionisti, questi deep-statisti, sono una banda di sfigati, o no!? I costrutti mentali derivanti dal doppio paradigma 1) psicoanalisi più 2) entropia esistenziale = uguale materialismo, possono produrre fregature che poi si cristallizzano in ideologia. Hai voglia, dopo, ad essere possibilista; hai voglia, dopo, di ragionare di significanti e significati...
Bravo! Hai preso la tessera del partito neonazista ucraino, di quello transessuale californiano – o viceversa - e ora ne sei schiavo e ti tocca leggere la stampa italiana di regime, che ti racconta che “Crest l’è mort dal frād” (com as des a Bulaggna) cioè che “Gesù è morto dal freddo” (modo di dire bolognese). Hai presente quel giornalettista, che non sapendo cosa dire di malvagio dei russi (che sono tutti cattivi mi raccomando), affermò che non sapendo più a cosa sparare si erano sfogati con le papere che, invece, stavano nuotando pacifiche e contente in un laghetto antistante. La loro speranza è sempre che con un’inquadratura rapida si possa convincere il ‘disattento’ medio.
Ora, passando oltre, provo a inventarmi un esempio, spero, stimolante. Eccolo. Appoggio qualcosa sul lavabo, mi giro indietro verso la finestra, però dopo 30 secondi mi rigiro verso il lavabo e ritrovo quel qualcosa che avevo messo sul lavabo: aha! Tutto come prima! Identico. Niente è cambiato. Che sollievo.
Ah, questa sarebbe per la psicologia del materialista medio, una dimostrazione rassicurante di un'esistenza per ente, cioè fisica, cioè nel tempo durata del mondo, perché vuole essere questo; ed infine lo è. Eppure, in realtà, in pochi vedono come questo sia un sillogismo subdolo e abitudinario, che verrebbe già solo contraddetto se stessimo sognando senza rendercene conto.
È bellissimo, fra l'altro, meditare mentre si dorme o si sogna. Alla mattina presto, un pochino ti svegli, poi, invece torni indietro, fissi una qualche idea, un colore, una radianza e resti lì. Credo che alcuni di voi l'abbiano fatto, sicuramente. Sarebbe, poi, bello raccontarcelo.
Oppure, uno può perdere tutto - come dire - la continuità, la filiera di questa sciocchezza, anche solo con l'Alzheimer, per esempio. Allora, in quel caso, appoggio le chiavi sul lavabo, mi giro facendo finta di niente, mi rigiro di scatto per ritrovare le chiavi che… No, aspetta… Per non ritrovare le chiavi… Dato che non ci sono più, le chiavi... Oh, già, questo perché mia figlia ha preso le chiavi per andare al mercato, dato che in realtà con l'Alzheimer mi sono magari rigirato non subito – come credevo in questo esperimento solitario – ma un'ora dopo.
[Continua l’esempio] E poi, scusate, io non ho una figlia. Mi hanno reso sterile a forza di punzonature. Le automobili per noi della gleba non esistono più per via dell'anidride fuffonica e della città di 15 minuti. Nemmeno c'è più il mercato, perché hanno deciso che ci manderanno, a noi sopravvissuti, rinchiusi dentro un reticolato, un bel drone col pane quotidiano, o per meglio dire, con gli OGM e i grilli quotidiani quotidiani, utili per mantenere in vita noi schiavi a obsolescenza programmata, quelli che i ‘padroni’ hanno deciso, con la quarta rivoluzione industriale, di lasciar vivere, mentre ci sono macchine e droni, la fuori, a fare tutto il resto.
Tutto questo, ovviamente, non accadrà, ma è meglio non andare in giro con un'utilitaria a due ruote motrici, magari sgonfie, durante una tempesta di neve. Anche se la nevicata durerà poco. Io credo fermamente, ribadisco, nella vostra forza; credo fermamente nella forza della meditazione. Credo che siamo nati non solo per frangere i flutti col petto, ma per nuotare come una cosa sola in questo oceano di splendore.
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