Arte come strumento di crescita spirituale - Parte 1
L'artista è un canale, attraverso di lui prendono forma idee e contenuti. Questa è la benedizione e al contempo la maledizione dell'artista, l'essere creatore di una realtà. Ma quale?
"L'artista, con la sua libertà d'animo è al di sopra della natura e può adattarla ai suoi fini superiori. È il suo padrone e il suo schiavo. È il suo schiavo perché deve usare mezzi terreni per farsi capire. Ma è il suo padrone perché subordina questi mezzi ai propri superiori intenti. L'artista vuole parlare al mondo creando una totalità. Ma questa totalità non è nella natura. È il frutto del suo spirito o, se si vuole, di un'ispirazione divina" (Goethe).
Bisognerebbe far luce su cosa sia la realtà o per lo meno, cosa si intenda con questa parola. Nella mia esperienza, ho sperimentato l'esistenza di molti livelli di realtà, livelli ai quali si accede attraverso cambi di percezione.
L'arte, divenendo canale di contenuti che emergono attraverso l'artista, acquista una valenza terapeutica. Vedendo fuori da me il contenuto che mi attraversa, ho la preziosa occasione per distaccarmi da esso ed osservare senza giudicare.
Questo passaggio, cioè quello del giudizio, è un passaggio fondamentale perché fin dove c'è giudizio, c'è identificazione. L'esercizio per un artista che stia usando l'arte come strumento di crescita spirituale, è quello di arrivare ad una posizione neutra e osservare. Inizialmente osservare.
La fase dell'osservazione può durare molto tempo e in definitiva non cessa mai, perché è dalla forza dell'auto-osservazione che si sviluppa quello che George Ivanovich Gurdjieff aveva chiamato "l'osservatore".
Paola Marchi