Arte come strumento di crescita spirituale - Parte 3
L'Arte si presenta quindi, nella sua funzione più alta, come un'opportunità di auto guarigione. Una strada difficile certo, non meno di qualunque altra strada che abbia come fine ultimo il bene dell'essere umano.
Con “bene” intendo tutto ciò che ha a che fare con i termini: gioia, serenità, pace, centratura, apertura, costruzione, responsabilità, autoaffermazione spontanea per merito. La lista è lunga e non vale la pena di fare un elenco, perché si rischia di ottenere l'effetto contrario e cioè rinforzare le tendenze alla morte che caratterizzano la nostra epoca.
Il connubio arte e crescita spirituale è fondante del mio percorso artistico e umano.
Ho passato anni senza dipingere, dopo che nel mio percorso di ricerca, incappai nel pensiero di Gurdjieff circa l'Arte Soggettiva e l'Arte oggettiva.
Cosa si intenda con questa differenza, lo lascio scoprire a chi crede nella possibilità che Arte e Crescita spirituale siano un connubio possibile. Scrissi un articoletto, anni fa, sul mio blog, che parla della mia esperienza individuale e quindi non ha alcuna pretesa di sciogliere la questione.
Questione peraltro che sarebbe oltremodo presuntuoso ambire a sciogliere. Quando ho capito che nel mio percorso, l'atto di presunzione si poteva pericolosamente celare dietro il Diamon che mi spingeva ad andare avanti, nonostante tutto e nonostante tutti, mi son fermata e ho mollato la presa.
Adesso la riprendo grazie all'incontro con l'editore Fontana, che si aggiudica il primo premio della lotteria "Aureolina d'oro", scattata durante la mia prima personale al Castello Malaspina di Massa (MS), tra il serio e il faceto.
Il faceto si è autoeliminato da solo, il motivo ancora resta avvolto da mistero, il serio è restato, come è giusto che sia. Se una cosa è seria, può travestirsi da qualsiasi cosa, ma la sua natura resta e prima o poi è destinata a manifestarsi.
Paola Marchi