Cucinare se stessi. Sul comportamento e sulla condizione dei miei corpi Fontana Editore

Cucinare se stessi. Sul comportamento e sulla condizione dei miei corpi

Enrico D'Errico

È da parecchi anni che mi dedico al cibo, osservando come esso influisca sul comportamento e sulla condizione dei miei corpi. Ieri, mentre preparavo cena, ho avuto un’emozione superiore che ha accresciuto la mia consapevolezza di essere Uno con tutto; poi ho subito pensato che quando cucino per me, in realtà, non è solo per me che lo faccio. Sto parlando di una sensazione precisa che ho da molto tempo, da quando pratico la macrobiotica: nelle mie pentole io creo un miracolo alchemico favorendo la trasmutazione dei miei corpi e questo, ovviamente, visto che io sono unito a tutto ciò che esiste, produce cambiamenti anche nella gente della terra in cui vivo.

È bello, bellissimo sentirsi parte del tutto e percepire con chiarezza che ogni mia azione ha effetti non solo su me ma su tutto ciò di cui faccio parte, il pianeta intero.

E se vi parlo tanto di alimentarvi meglio, è perché so bene quanto questo abbia aiutato me a iniziare un processo di cambiamento, che va avanti tutt’ora.

Ora so che quando cucino il processo alchemico che creo coinvolge anche te che sei qui a leggermi.

Quando vivi nel mondo, in uno stato di coscienza di mondo, sei molto lontano dal Padre e ovviamente, privo della sua guida, hai bisogno di crearti delle sicurezze; ecco che quindi costruisci delle situazioni ripetitive, meccaniche, “routinarie”, che ti facciano sentire più strutturato e stabile.

Ecco il tipo di sicurezza di cui puoi disporre quando vivi una vita di tipo inferiore, una non vita, pura sopravvivenza.

Ma quando sei nel Regno, in uno stato di coscienza di Regno, tutto questo scompare e c’è costantemente un senso di avventurosa imprevedibilità, di impermanenza.

L’unica ragione per cui vale la pena di vivere è lavorare alacremente ogni giorno per trasformare il proprio stato di coscienza, il mondo in Regno, la sopravvivenza in Vita.

È lo sforzo che fate per scrollarvi dal sonno della coscienza che dimostrerà da che parte state e se volete essere annoverati tra le file dei guerrieri che lottano per portare più luce sul pianeta.

Inoltre è anche fondamentale non dimentichiate mai che finché vivrete sulla terra sarete sempre di qualcuno; le persone del mondo s’illudono di essere libere, di poter fare a meno della guida di Dio o del controllo di qualcuno: si sbagliano. Qui o sei di Dio oppure qualcun altro verrà a occupare il posto che spetterebbe a lui. Ma a proposito di questo, c’è ancora una volta un racconto delle Sacre scritture che può esserci utile e si trova in Luca, al capitolo 11, i versetti da 24 a 26:

“Quando uno spirito impuro è uscito da un uomo, passa per luoghi aridi in cerca di un luogo di riposo e, non avendolo trovato, dice: ‘Tornerò alla mia casa dalla quale sono uscito’. È arrivato, la trova spazzata e adorna. Allora se ne va e prende con sé sette altri spiriti più malvagi di lui, ed entrati, vi dimorano; e le condizioni finali di quell’uomo divengono peggiori delle prime”.

Anche Omraam Mikhaël Aïvanhov parla di questo argomento nel passo di una sua conferenza che vi riporto per intero:

"Fare la volontà di Dio non significa soltanto obbedire a un'autorità superiore, ma significa anche compiere un atto magico. Sì, perché nel momento in cui vi mettete al servizio del Signore, tutto il vostro essere viene occupato, riservato, e rimane chiuso alle altre influenze. Allora, tutte le volontà contrarie che si sforzano di sedurlo per poi servirsene, vengono ostacolate: il vostro essere è ingaggiato altrove. C'è chi afferma che non gli importa niente della volontà di Dio e si crede libero, ma si sbaglia: essendo aperto a tutti i venti, ecco che le volontà di una moltitudine di creature visibili o invisibili – esseri umani, ma anche elementali, larve, ecc. – inizia a infiltrarsi in lui per utilizzarlo. Chi non è “occupato” dal Signore può star certo che verrà occupato da altri, e finirà per essere al servizio di tutte le volontà più anarchiche e perverse. Vi sembra preferibile?"

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