La meditazione dell’eclissi Fontana Editore

La meditazione dell’eclissi

La meditazione dell’eclissi

Solo per chi capisce già qualcosa ed è sveglio.

Non credo che servano meditazioni complicate che partano dal “centro della galassia” (sic) e non credo che serva meditare sull’eclissi quanto piuttosto NELL’ECLISSI dato che là, già, siamo.

Quando noi diciamo cose del tipo “centro della galassia” parliamo di fuffa, e non è che, siccome parliamo di meditazione e non di ingegneria meccanica, la fuffa sia minore: cosa significa per me “centro della galassia?”…Nulla. Quindi ancora una volta la spiritualità è intesa come “fiaba che ci fa vivere meglio” smarrendo così la percezione della realtà per ciò che è, ovvero sogno-splendore-potenzialità.

Nello stesso modo, a che serve “uscire dal corpo” per viaggiare nelle dimensioni “astrali”, cioè in ciò che ci immaginiamo? Lo sciamano cipriota Daskalos, che conobbi con piacere, veramente usciva in astrale, col risultato che, seduto in poltrona, sapeva dirti chi c’era a chilometri di distanza o appena fuori dalla porta. E similmente poteva fare Gustavo Adolfo Rol. Questo per dire che se dobbiamo parlare dell’“Intangibile” anch’esso richiama - in realtà - una comprensione diretta e uno sviluppo nella nostra esperienza.

Quindi: evitiamo di parlare di fuffa e ampliamo la nostra meditazione con tecniche sensate e intelligibili.

Qualche Spiegazione da Leggere e Sulla Quali Tornare

Cosa succede durante l’eclissi?

A livello di karma individuale e collettivo si subisce una accelerazione: sta a noi decidere se in meglio o in peggio. Questo ho sentito raccontare dai Maestri tibetani, non quelli “ascesi” o “sottili”, ma quelli in carne ed ossa.

Quindi per due giorni prima della data dell’eclissi - e per due giorni dopo - la mente entra più facilmente nel silenzio e in determinate condizioni dell’energia che stiamo per considerare.

Quindi sono cinque giorni in tutto da gestire.

Il silenzio interiore ha un suo aggancio alle funzioni cerebrali, a quelle endocrine, come a quelle del prana e del qi; nello stesso modo funziona il silenzio interiore incoraggiato dall’eclissi.

A livello delle funzioni cerebrali abbiamo la sinergia degli emisferi, che è anche rilevabile in un più continuo equilibrio della quantità di flusso dalle due narici; pur ricordandoci come la mente NON sia il cervello, essendo uno spazio dell’esperienza molto più ampio, misterioso e interattivo di un pezzo di carne, dobbiamo considerare l’importanza di questo ritmo fisiologico, dato che condiziona, e di molto, il nostro stato mentale, e che ne è condizionato a sua volta.

Per fare un esempio comprensibile, un tipo di sessualità “superiore” inizia proprio dalla “percezione estesa” che attraversa i sensi vivificandoli; e così possiamo accorgerci che invece del solito eccitamento maschile – narice destra più attiva – e femminile – narice sinistra più attiva – inspiegabilmente il flusso si equilibra nelle due narici, sia nell’uomo come nella donna iniziati alla sessualità superiore, mentre il piacere orgasmico – che in genere ha un picco e una caduta inevitabili - diviene una beatitudine continua e duratura.

A livello endocrino abbiamo una ordinata accensione dell’ipotalamo che, durando nel tempo, ci permette una diversa secrezione endocrina, sensibilmente rilevabile nella gola con un sapore dolce e lievemente acidulo.

 

Qi e Prana

Ma è a livello di qi e di prana che succede qualcosa di davvero poco comune.
I livelli dell’energia di prana e qi non sono uguali ma si toccano nei loro centri e si sovrappongono nelle loro funzioni; il qi è una energia bioelettrica che scorre nei meridiani (sì, quelli dell’agopuntura) fluendo attraverso tutte le membra, connettendo il sistema nervoso e il flusso sanguigno, alle emozioni. Mentre il flusso principale del qi segue la linea centrale del corpo salendo dalla schiena e scendendo sul davanti – per gli uomini - e il contrario per le donne, lo scorrimento secondario si manifesta in 360 punti per 12 meridiani. Del qi abbiamo dunque un flusso di bioelettricità che si snoda per i meridiani e che può essere variato grazie a dei punti che sono delle concavità (cin. Hsue) che riempie per proseguire; in queste concavità possiamo agire disperdendo o stimolando il qi. Peraltro il qi può anche essere mosso col movimento oculare + concentrazione e con la concentrazione + movimento corporeo come anche con il soffio (attivo) o il risucchio (passivo) ottenuti grazie a un pervicace esercizio.

Il prana circola attraverso gli innumerevoli canali sottili che non si connettono col corpo fisico (per cui è ridicolo o americano parlare di “ginnastica per i chakra” o di “profumi per i chakra”) connettendo il respiro con le funzioni specifiche del sistema nervoso centrale e di quello/i periferici, oltre che con i sentimenti, che a differenza delle emozioni (qi) comportano volontà.
Devo tuttavia spezzare una lancia per coloro che usano impropriamente il termine “chakra”, in quanto un chakra anche se non è davvero funzionalmente connesso con – per esempio – lo stomaco, essendo in buona salute dà un ottimo supporto allo stomaco fisico. Una forte preoccupazione, invece, può tramite un sentimento di smarrimento/impotenza infastidire il chakra del cuore e perciò procurare direttamente un’extrasistole.
Diversamente, il qi è collegato all’emozionalità brada che certamente regola direttamente gli organi interni, essendo l’emozionalità regolata solo dalla meditazione silenziosa.

Dove il Qi si Distilla e i Due Prana si Uniscono

La pancia, nella zona del ombellico, è il luogo dove il qi si raggomitola creando una batteria di forza, scorrendo internamente a una sfera (o “palla”) di energia, generando così, con un movimento di dinamo, una batteria molto importante per la nostra salute e riuscita nella meditazione.
Per chi ancora non ha esperienza di questo “organo dell’energia” può sembrare impossibile il racconto di cosa è capace. Quindi passiamo oltre, dato che chi avrà il coraggio di esplorare chiedendo lumi avrà anche il merito e la gioia di fruire di ciò che altri non può neanche capire.
Per andare sul “molto pratico” anche Bruce Lee riuscì a potenziare il suo sistema fisico/energetico/mentale, oltre che con l’allenamento, anche con l’evocazione intenzionale di funzioni legate al qi e di forze archetipiche legate alla sua cultura.

Per lo Yoga, nello stesso luogo che definisce “nabi” e che si incentra in manipura chakra, succede l’incontro fra due potenti energie praniche, prana e apana.
Queste due forze determinano – grazie al potere epicamente raccontato come Kala-Agni (fuoco cosmico) – un incontro che crea un forte calore-non-metabolico che viene definito “tapas-agni” e che va a condizionare quella che chiameremmo in occidente “la forza immunitaria”.

Questo è lo stesso “fuoco cosmico” che determina le eclissi tramite i due poteri gravitazionali che vi collaborano, e che consumerà la galassia alla fine della sua vita. Ecco come, con gli archetipi, si connettono il piano umano e quello siderale. Lavorando con tali archetipi si può entrare in un dialogo reale e non “vago” con le forze che regolano le funzioni universali che, infatti, sono sempre archetipi.

 

Qualche Tecnica Meditativa da Usare Durante l’Eclissi

Prima Tecnica [base]
Basta restare seduti in silenzio aprendo i sensi, lasciandoli fiorire.
L’eclissi con la sua forza aumenterà semplicemente l’esperienza di unione col tutto.
Troppo facile?

Seconda Tecnica [pranica]
Come nella prima, in più si aggiunge che si percepisce il corpo come traslucido e iridato, oltre che leggero e luminoso, in esso c’è un canale che va da poco sotto l’ombelico fino oltre la cima della testa e continuando dritto nel cielo per vari metri. Da questo canale si sente entrare l’influsso celeste
dell’eclissi, nella forma di una luce che ha il colore che immediatamente percepiamo. Lasciamo che questa luce entri con il suo potere iniziatorio stellare, il che, praticamente, significa passando attraverso il canale centrale, in ogni centro (o meglio dove sentiamo di lasciarlo accadere) DOVE una stella brillerà lasciandoci durevolmente una sensazione di apertura sconfinata.

Terza Tecnica [riguardante il qi]
Iniziamo dalla prima e poi ascoltiamo il movimento del qi che si muove come abbiamo già spiegato a seconda del nostro genere o della nostra particolarità. Ascoltando possiamo avvertire muoversi il qi e in quale direzione. Al posto di muoversi, L'energia qi si muove dinamicamente, circolando grazie al suo abbrivio dinamico, in superficie, sui meridiani, pur penetrando anche in profondità nel connettivo, nei muscoli, nei tendini, e nelle ossa. Questo movimento circolare continua, prendendo forza dal jindan, ovvero dalla presa celeste del qi, che sta sulla fronte al centro dell’attacco dei capelli (in genere negli angeli viene iconograficamente disegnata proprio così). Questa forza brilla dell’unione di Sole e Luna e scende in noi.
La forza dal pianeta Terra, invece, la prendiamo dal centro dei piedi e sale a spirale verso l’alto.
Le due forze, celeste e terrestre, si fondono appena sotto l’ombelico, circolano nella sfera che abbiamo già descritto, e si distribuiscono dappertutto nel nostro sistema.

Finale per Tutte le Tecniche

Questa energia che noi stiamo facendo circolare e che alla fine si raduna appena sotto l’ombelico, la mandiamo in ogni direzione dal canale centrale e/o dal movimento circolare del qi, verso tutti, semplicemente pensando a tutti i nostri amici, anche ai nostri “nemici”, a chi ci è “neutro” ma che abbiamo incontrato almeno una volta. Li guardiamo negli occhi e mandiamo a loro questa forza sentendo precisamente che non mancherà in noi ma che, anzi, si rigenera proprio nel momento in cui la inviamo.
Mandiamo la stessa forza anche ai maestri di ogni luogo e tempo per rinforzare il nostro legame con loro e per potenziare l’effetto che hanno in tutti i compiti in cui sono ingaggiati

Grazie a tutti.
Il mio consiglio è “medita” anche se non c’è l’eclissi.
Voglio ricordarti che noi siamo sempre sotto la guida dei maestri come anche del nostro maestro interiore e che è nostro compito preciso diventare a nostra volta maestri.

Leonardo Anfolsi

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