Riflessioni sulla Geomanzia 5: Caput e Cauda Draconis
Proponiamo un'ulteriore riflessione sulla geomanzia. Secondo un antichissimo mito cosmogonico indiano (ma se ne trovano di simili in ogni cultura del pianeta), prima che venissero creati il Cielo, la Terra e gli uomini, gli dei e i demoni si contendevano la supremazia dell’Universo costituito da un enorme oceano lattiginoso di materia indifferenziata.
I naga, draghi acquatici primordiali di enorme potere, decisero di schierarsi dalla parte degli dei. Così Vasuki, il loro capo, usò il suo corpo come fune, l’arrotolò intorno alla Grande Montagna Sacra e utilizzandola come zangola, frullò (sic.) l’oceano primordiale ottenendo l’amrita, ossia la sostanza che conferisce l’immortalità.
Gli dei ne bevvero avidamente, ma ritenendo che fosse troppo potente e pericolosa, decisero di tenerla solo per sè e non ne diedero ai naga. Vasuki, risentito, ne rubò un pochino. Sole e Luna videro il furto e riferirono l’accaduto al grande preservatore dell’universo, Visnu, il quale decise di punire il ladro tagliandolo in due.
Poiché Vasuki aveva bevuto l’amrita, non morì, ma divenne due draghi: Rahu e Ketu. Per vendicarsi contro le spie, i due draghi mangiarono il Sole e la Luna dando così origine al fenomeno delle eclissi.
Se il mito è un espediente narrativo utile a rappresentare, in chiave metaforica, fenomeni naturali e universali, possiamo facilmente individuare cosa si celi dietro ai personaggi di questo: gli dei rappresentano i pianeti, i draghi le forze che governano il cosmo, Rahu e Ketu i nodi lunari nord e sud, noti anche come Caput e Cauda Draconis.
Sebbene siano conosciuti dalla notte dei tempi, in Astrologia i nodi lunari sono calcolati e considerati nella lettura della mappa astrale, solo da alcuni decenni, e assumono una particolare rilevanza soprattutto in Astrologia Karmica. Essi non sono veri e propri pianeti, ma punti di intersezione tra l’eclittica (orbita dell’equatore celeste) con l’orbita lunare. Sono i punti, cioè, in cui si formano le eclissi (ecco spiegata l’immagine dei due draghi che divorano Sole e Luna). In particolare si ha un’eclissi solare quando Rahu e Ketu sono in congiunzione rispettivamente con Sole e Luna, lunare quando sono in rispettiva opposizione.
Sebbene, come abbiamo detto, non abbiano massa fisica, a livello energetico sono di fondamentale rilevanza perché rappresentano i lati ombra che dobbiamo (noi= esseri umani= spiriti in evoluzione) integrare nel ciclo delle incarnazioni per raggiungere l’immortalità eterna (chiamatela Nirvana, Atarassia, Paradiso, come vi pare…).
Ma vediamoli singolarmente.
Il Nodo Lunare Nord, Rahu o Caput Draconis, può essere inteso come il Futuro. Attenzione, non un futuro già scritto e prestabilito, ma in fieri, sconosciuto, in continua evoluzione, per questo incerto, indefinito, preoccupante e spaventoso.
Caput Draconis è il salto nel vuoto, l’attrazione per l’ignoto, la fuga dalla comfort zone, l’anelito a trasgredire le regole, a cambiare, a uscire dal seminato, a rischiare; questa testa, che nel mito è famelica, mangia tutto e nemmeno si premura di masticare e digerire, è la sfida che la coscienza ci insinua nella psiche per far sì che possiamo evolvere. Fa paura, è difficile, pericolosissima, ma indispensabile per una liberazione spirituale degna di tale nome.
Il Nodo Lunare Sud, Ketu o Cauda Draconis è, invece, il passato. Non il passato personale, l’infanzia, ciò che è trascorso nell’esistenza attuale, ma quello familiare, karmico, esistenziale e spirituale. In Ketu sono racchiuse tutte le esperienze delle incarnazioni precedenti, talenti, certezze, identificazioni, vincoli, dipendenze, nevrosi, fedi, memorie, blocchi, giudizi e pregiudizi.
Se Rahu divora intenzionalmente e indifferenziatamente, Ketu elimina, trasuda e spurga. Per quanto sia difficile uscire dalla comodità dell’identificazione, è necessario essere sminuzzati ed evacuati (sì, l’immagine è poco prosaica, ma rende perfettamente) per rinascere come esseri più evoluti.
Il lavoro che la coscienza deve attuare per evolvere in maniera sana e trovare la propria missione individuale e universale, consiste nello stare in equilibrio tra queste due forze ugualmente potenti e contrarie, nel tenere un piede ben saldo sulla testa e l’altro sulla coda.
Così in Astrologia, ma in Geomanzia?
Bè, è la stessa cosa. Come ho scritto nel manuale “La Scienza Della Sabbia”, Caput e Cauda Draconis, a seconda della casa in cui cadono, rappresentano le svolte karmiche. Astrologia e Geomanzia vanno a braccetto nel pensiero olistico ed ermetico secondo il quale “come in alto, così è in basso” per cui anche sulla Terra e nei nostri corpi troviamo Ketu e Rahu.
Dove? Come?
Nel pianeta ci sono le ley lines (in cinese “vene del drago”), correnti telluriche dotate di magnetismo che, incrociandosi sotto la crosta terrestre, formano punti di grande potere energetico (per questo vi sono stati costruiti sopra templi, megaliti, osservatori, piramidi).
Nel nostro corpo corrispondono ai fludi ascendenti e discendenti sia fisici (come il sangue che quando “sale” nutre le cellule e quando “scende” le depura), che spirituali (sempre secondo gli indiani, attraverso il corpo eterico scorrono tre canali o nadi: Ida, di polarità negativa, Pingala, di polarità positiva e Sushumna, neutra, che una volta equilibrate permettono alla Kundalini, o coscienza assoluta, di risvegliarsi).
Nei lanci geomantici Caput e Cauda Draconis appaiono così:
se unisco i loro punti ottengo:
ossia Carcer, la figura dell’introspezione, della pausa obbligata e necessaria, dei segreti.
Come a dire: solo scandagliando l’ombra, esaminando passato e presente in maniera oggettiva ed entrando in contatto con le energie primarie, possiamo conoscere la nostra vera essenza, immortale e divina.