Riflessioni sulla geomanzia 6: Puer + Puella = Conjunctio Fontana Editore

Riflessioni sulla geomanzia 6: Puer + Puella = Conjunctio

Valeria Menozzi

La cultura occidentale (e nel termine cultura includo filosofia, ontologia, religione, visione sociale) è profondamente dualistica. Ammettiamolo, non è forse normale, quasi scontato, pensare e definire le cose in confronto e opposizione tra loro? Da una parte c’è l’anima, dall’altra il corpo; da una parte c’è lo spirito, dall’altra la materia; da una parte c’è il bene, dall’altra il male. E ancora: la luce è contrapposta al buio, il cielo agli inferi, il logos all’eros, la mente razionale a quella intuitiva, il maschile al femminile, e così via.

Questa bipartizione (che molto probabilmente affonda le radici nello Zoroastrismo, approda nell’Orfismo, passa per il Platonismo e sconfina nello Gnosticismo) tende a far sì che le cose che stanno da una parte e quelle che stanno dall’altra non siano affatto considerate equivalenti.

In poche parole una parte è ritenuta MEGLIO dell’altra.

La luce deve prevalere sulle tenebre, la mente razionale è più affidabile di quella intuitiva, la materia è corrotta mentre lo spirito è puro, il sesso maschile è percepito forte e attivo al contrario di quello femminile che sarebbe fragile e passivo.

Questa visione della realtà, che sclerotizza i concetti e li fissa in definizioni immobili e mistificanti, impregna a tal punto la nostra mentalità che la stessa società, la storia, la psicologia e la religione ne sono influenzate. Basti pensare alla diversa sorte degli uomini e delle donne nel corso dei secoli: i primi dovevano uscire, cacciare, lavorare e combattere, mentre alle seconde spettava stare a casa, pulire, cucinare, badare ai figli. I primi potevano studiare, leggere e scrivere, le seconde era meglio se rimanevano ignoranti. I primi erano adatti a perseguire la perfezione spirituale, le seconde erano irrimediabilmente peccatrici e tentatrici.

Adesso mi pare di sentirvi: ma perché parli solo di cultura occidentale? Non è forse uguale anche in Oriente? Yin e Yang, Yoni e Lingam dove li metti scusa?

Avete assolutamente ragione, anche nelle filosofie orientali, come il Taoismo e il Tantrismo, esistono due energie opposte e complementari che costituiscono la realtà e permeano l’intero universo, ma non sono in antitesi, piuttosto si generano reciprocamente, si alternano e si compenetrano nell’incessante flusso dell’eterno divenire.

Osserva il Tao: è perfettamente tondo. Yin e Yang occupano metà opposte, sono identicamente ripartite e in perfetto equilibrio. Pensa a Shakti e Siva: lei è attiva e creatrice, lui è statico e riflessivo, sono diversi, ma il mondo non esisterebbe se entrambi non si congiungessero in un continuo e interminabile amplesso.

Yang non è migliore di Yin, Siva non è più bravo di Shakti, non c’è una parte superiore e una inferiore, se mai è proprio lo squilibrio tra le parti che causa il problema, il caos, la malattia.

In poche parole gli orientali hanno capito meglio degli occidentali che la dualità è solo apparente.

Non può esserci luce senza buio, giorno senza notte, creazione senza distruzione, espansione senza contrazione, maschile senza femminile. L’universo è costituito da entrambi gli opposti.

Bene, direte voi, fin qua ci siamo, ma cosa c’entra tutto questo con la Geomanzia?

Nella Scienza della Sabbia (che, lo ricordo, è nata in seno al mondo arabo e quindi a metà via tra occidente e oriente) è tutto rigorosamente duale: il conteggio dei punti è binario e un punto corrisponde all’energia passiva, due all’attiva; il numero di lanci è pari così come il numero delle figure che si ottengono; le figure stesse poi sono presentate a coppie opposte e/o complementari.

Due di esse in particolare rappresentano le polarità di genere, il maschile e il femminile per antonomasia, sto parlando di Puer e Puella.

Lui è quello coraggioso, istintivo, aggressivo, focoso. Lei è quella dolce, sentimentale, indifesa, fragile, acquatica. Per dirla in termini astrologici lui è Marte e lei Venere; in termini alchemici lei è Luna e lui è Sole; in termini junghiani lei è Anima e lui Animus.

Ecco che adesso cominciate a scaldarvi. Ma come, state dicendo, non è forse questa la solita, scontata e obsoleta visione della realtà? Non ti sei accorta che le teorie di gender ormai sono superate? Non lo hai studiato che persino in molte religioni pagane antiche esistevano dee femmine solari/guerriere e dei maschi lunari/paciosi? E non lo sai che le religioni neopagane, con la riscoperta della Grande Dea (signora dei cicli e datrice di vita e di morte) stanno soppiantando il patriarcato e adombrando i monoteismi dogmatici e maschilisti?

Sì sì avete ragione, so tutto e ne sono felice. Le nuove generazioni, sempre meno vincolate da costumi e orientamenti sessuali rigorosi, non hanno più bisogno di proiettare anima e animus sull’altro sesso, non sono più terrorizzate dallo spauracchio del peccato e dell’inferno, hanno sempre meno pregiudizi nei confronti dell’altro, dello straniero, del “diverso”. Ma ammettiamolo, il percorso da fare è ancora lungo, mi sa che non basta una manciata di generazioni per ottenere una vera rivoluzione culturale e spirituale volta al totale superamento del dualismo. I diritti tra i sessi non sono ancora paritari; il corpo delle donne, in molte parti del pianeta, è ancora considerato oggetto da censurare o violare; razzismo e omofobia non sono spariti; siamo inevitabilmente scissi tra cuore e mente; ci sentiamo sempre padroni della natura, non parte integrante di essa.

Ergo, il dualismo non è ancora stato superato.

Allora come si fa? Bisogna coniugare gli opposti, integrarli, trascenderli.

Proprio come avviene per Yin e Yang, Puer e Puella non devono essere visti come elementi antitetici, (se c‘è una non ci può essere l’altro, l’uno deve prevalere sull’altra, no) e nemmeno devono essere collegati al genere fisico o identificativo di una persona (se sono donna, o mi sento tale, devo avere caratteristiche da Puella, e se sono uomo, o mi percepisco tale, da Puer, no), semplicemente essi sono due facce della stessa medaglia e ogni individuo (a prescindere dal genere fisico o psichico) li possiede in egual misura dentro di sé.

Ognuno di noi, per risolvere conflitti interni, nevrosi, proiezioni, dovrebbe essere in grado di integrarli e fonderli. In pratica Puer e Puella devono dare vita a un terzo archetipo, androgino, in grado di contenere le caratteristiche dell’uno e dell’altra e di superarle.

Se uniamo i punti di Puer con quelli di Puella ottengo Conjunctio:

(vedi la figura di copertina)

Essa è la figura geomantica che rappresenta l’unione degli opposti, l’integrazione, la conciliazione, l’incontro tra cielo e terra, spirito e materia.

Riflessioni sulla geomanzia 6: Puer + Puella = Conjunctio

A questo punto il paragone con l’alchimia è evidentissimo. Le nozze mistiche hanno luogo in tre tappe:

  1. Unendo i punti delle teste otteniamo l’equilibrio psichico. Apparenza, dualità e illusione muoiono per dare vita a una nuova visione della realtà. È la fase NIGREDO.

  2. Se uniamo colli e busti otteniamo la fusione tra corpo e spirito, stemperiamo pulsioni ed emozioni, l’individuo non è più scisso e sofferente, ma sperimenta l’interezza, guarisce. È la fase ALBEDO.

  3. Unendo infine i punti dei piedi otteniamo la fusione totale e completa, il due diventa uno, si annullano le differenze tra fuori e dentro, soggetto e oggetto, io e tu. Si sperimenta il Sé. L’individuo comprende di essere parte dell’universo, la dualità è finalmente superata, il processo di Individuazione è completato. È la fase RUBEDO.

Una volta raggiunta la Conjunctio non si torna più indietro.

Nell’ultima opera di C.G. Jung, intitolata “Misterium Coniunctionis”, l’archetipo Coniunctio, appunto, è paragonato a un mistero, cioè un percorso iniziatico attraverso il quale l’adepto sperimenta la morte dell’io (nevrotico e scisso), integra le sue parti e individua la sua vera essenza, apolide, asessuata, integra. In altre parole la materia indifferenziata si tramuta in Oro. Puro, magnifico, incorruttibile.

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