Intervista a Paola Marchi sulle Nove Novelle Sufi Fontana Editore

Intervista a Paola Marchi sulle Nove Novelle Sufi

Rocco Fontana

In occasione della pubblicazione del nuovo libro Nove Novelle Sufi di Paola Marchi, vi proponiamo l’intervista con la telentuosa autrice.

Cultural Cannibals Blog - Parlaci un po delle Nove Novelle Sufi : come mai hai deciso di realizzare questo libro?
PM - Questo libro è nato un pò per caso, vivevo a Bergamo e andavo spessissimo in una libreria, la Ubik di piazza Pontida. L'atmosfera delle librerie è veramente particolare perchè la libreria ha una componente magica molto forte. Ogni libro infatti racconta qualcosa, se si entra in libreria con l'intenzione di farsi catturare, si possono fare esperienze molto interessanti. È accaduto così che ho trovato una raccolta di novelle Sufi, un librino minuscolo e nascosto in basso - mi ha chiamata lui - e così l'ho portato a casa e ho iniziato a leggerlo e da lì mi è venuta l'idea di illustrarne alcune per i miei bimbi, quelle che mi sembravano più adatte; il resto l'ho detto nell'introduzione al libro.

CCB - Qual è l’aspetto che più ti attira in queste narrazioni?
PM - Sicuramente il fatto che lasciano interdetti. Sono semplicissime eppure sfuggono la normale comprensione.

CCB - Cosa ti trasmettono queste novelle?
PM - Mi aspetto importanti consigli di vita. Sono come una bussola e contengono una saggezza di vita che passa, si sente. Sono educative, nel senso più alto del termine e mi sento di poterlo dire senza essere tacciata di supponenza. Infatti l'accusa che mi viene sempre più spesso fatta è quella di essere presuntuosa e questo mi serve di lezione, perchè evidentemente devo imparare a stare zitta - cosa per me oltremodo difficile - e lo sto imparando; per esempio la novella dell'uomo che camminava sulle acque mi insegna il grande potere dell'umiltà e un pò mi conforta, soprattutto quando mi trovo di fronte alla tracotanza che nasce dall'ignoranza. L'ignorante tracotante è una delle specie più pericolose che ci sono ultimamente in giro, è per questo che chi si butta nel difficile campo dell'educazione deve essere schermato, perchè stiamo vivendo uno stato di abbassamento generale della qualità essenziale degli individui. Uno potrebbe obiettare a questo punto: "Chi te lo fa fare?". La domanda è pertinente, la risposta lascia sempre insoddisfatto il detrattore, perchè la risposta non c'è. Lo faccio semplicemente perchè mi trovo in questa situazione. La mia vita è questa, non ne ho un'altra da sostituire per venire incontro alle difficoltà di chi interagisce con me.

CCB - Come le hai interpretate, artisticamente? E con quali tecniche?
PM - Le Nove Novelle Sufi le ho disegnate come le vedevo mentre le leggevo. Ho usato due tecniche diverse perchè le ho fatte in due periodi distanti. Questo è stato motivo di una difficoltà iniziale, le prime tre infatti sono più immediate, le avevo fatte per i miei bambini e non pensavo a farle vedere a nessun altro. In un certo senso ero più libera, me ne rendo conto adesso. Le altre sei mi hanno messa un pò alla prova perchè dopo tanti anni, ho ripreso un vecchio modo di disegnare, ma essendo passato del tempo anche la mia mano è cambiata, è cambiato il tratto, il modo in cui uso il colore, anche i materiali sono diversi. Per le prime infatti ho usato solo pastelli ad olio e collage, nelle altre sei non ho usato il collage e ho affiancato al pastello ad olio l'acquerello e i gessetti colorati.

Nove novelle sufi - Paola Marchi

CCB - Cosa hai messo di tuo contributo personale?

PM - Di mio contributo personale? Il disegno, il fatto che ho tentato di rendere visibile il messaggio veicolato dalla novella e il sincero afflato a raggiungere i bambini.

CCB - Raccontaci del tuo incontro con Gabriel Mandel. Cosa t’ha lasciato?
Gabriele Mandel! Ne ho parlato anche troppo, inizio a sentirmi in imbarazzo. Dico solo che mi ha lasciato l'approvazione del Padre, approvazione che mi è sempre mancata e che ha costituito un grande handicap per me da quando sono nata. È difficile parlare di questa cosa, perchè è molto personale e anche delicata. In camera ho appeso alla porta le Autorizzazioni che Gabriele Mandel usava coi suoi pazienti. Alla fine lui scrive: "Dio è più buono, potente, generoso, affettuoso di mio padre e mia madre". Affermazione di una potenza cosmica!

CCB - Qual’è il risultato che vuoi ottenere con queste Novelle?
PM - Vorrei ricevere quello che è giusto e che merito, nè più nè meno.

CCB - In due parole, cosa vorresti che ci fosse di più in questo mondo?
PM - Eh! Bella domanda. Vorrei ci fosse più leggerezza, meno persone incazzate con tutto e con tutti, meno barricadere, più sorrisi veri. Se dovessi dirlo col linguaggio dei fiori, direi più rose e meno hybiscus.

CCB - I tuoi prossimi progetti?
PM - Per quanto riguarda l'arte sto lavorando alla mia terza personale, che farò l'anno prossimo. Per quanto riguarda l'immediato, sto per iniziare a lavorare coi bambini e questo lo considero un grosso privilegio e anche una grossa responsabilità, perchè i bambini siamo noi, domani. Ci sono poi tante altre cose in ballo, ma non mi piace parlare troppo di progetti futuri, sai com'è, un pochino scaramantica ho imparato ad esserlo.

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