La moda: freno all’impulso divino di coscienza morale oggettiva Fontana Editore

La moda: freno all’impulso divino di coscienza morale oggettiva

La moda: freno all’impulso divino di coscienza morale oggettiva

Reflessioni in viaggio da Sesto Marelli a Piazza Duomo sulla M1, passerella della nulli-felicità umana.

Mi sono trovato a Milano per sbrigare alcune faccende e questo repentino stacco, questa breve full immersion nella savana metropolitana, dopo mesi in quella africana, ha creato uno shock che mi ha permesso di vedere ancor più nitidamente le conseguenze dell’organo Kundabuffer sugli esseri Hassnamussiani.

Consiglio senz’altro la metropolitana milanese come osservatorio sociale per eccellenza dal quale poter studiare tutte le specie di esseri tricerebrali (che qui compaiono in numero assolutamente copioso) nei quali: “per una ragione o per l'altra, non si è cristallizzato alcun dato per l' impulso divino di coscienza morale oggettiva.

Fin da piccolo ho sempre odiato le mode con tutte le mie forze, questo “strano” bisogno degli esseri Hassnamussiani, necessario come l’aria stessa che respirano e causato dell’organo Kundabuffer, che li spinge a provocare negli altri l’espressione dell’impulso esserico detto “meraviglia”, o anche solo di intravederne il riflesso sul volto degli astanti.

Ricordo come fosse ora tutti i capricci che facevo, come li chiamavano le buonanime dei mie genitori, quando volevano impormi alcuni capi di abbigliamento che non mi piacevano, che tutti indossavano e costosi per giunta, secondo le varie mode del momento.

“Ma è di moda!” Quante volte ho sentito questa frase, frutto della malattia o per meglio dire della tossicodipendenza del bisogno di dover esibire il proprio aspetto esteriore, acconciato ogni volta alle esigenze di ciò che da millenni viene dettato dal solito stilista di turno.

“Questo ‘funesto’ costume, stabilitosi fin dai tempi della civiltà tikliamuisciana, è diventato ai nostri giorni uno dei fattori esserici per il cui automatismo ogni individuo Hassnamussiano non ha più né il tempo né la possibilità di vedere/sentire la Vera Realtà.”

Un automatismo che però è di grande utilità, grazie all’uso che ne fa, può modificare periodicamente la forma esteriore con ciò che potrebbe essere chiamato “il velo della sua nullità” e coprire in modo del tutto automatico, senza sforzo alcuno, le magagne di un’esistenza anormale, frutto di una vita esserica assolutamente ordinaria.

Le porte del metro si aprono come un sipario, salgo in carrozza e noto subito che la “moda del corpo” che va per la maggiore fra i felici esseri Hassnamussiani seduti in palcoscenico, vittime inconsapevoli delle conseguenze dell’organo Kundabuffer, è senza ombra di dubbio quella del tatuaggio, con tutti i colori e di fatture fra le più stravaganti e impensabili.

I soggetti di queste creazioni la dicono lunga sul quoziente intellettivo delle “tele” che ricoprono le quali, quando non vestono tute ginniche largamente griffate, indossano pantaloni grandemente strappati, il che mi fa supporre che il costo dei jeans, negli ultimi tempi, sia salito alle stelle.

Per quanto riguarda la “moda del sentimento” la palma va senz’altro al telefonino (al quale tutti sono collegati con tanto di cavi e aggeggi auricolari) che permette di condividere effusioni di ogni genere, video-acusticamente inviate planetariamente fra tutta la comunità Hassnamussiana. Del resto anche le emozioni oggi giorno passano sempre più attraverso la parola mentre il silenzio tende sempre a diventare qualcosa di sconosciuto, di innaturale: di non-vivo.

Conto i posti a sedere e tenendo come media approssimativa 50 persone per scompartimento, noto che solo un infelice passeggero legge un libro: “Il Tao della Fisica” di K. Capra per l’esattezza. Per fortuna c’è sempre qualche Idiota fuori dal coro.

La “moda della mente” passa ancora una volta attraverso il telefonino, una specie di televisione portatile in grado di vomitare tutte le sue info-lordure anche fuori casa e di plasmare e uniformare sempre più il cervello e le opinioni di tutti.

Ai superstiti, quelli che escono indenni dalla prima scarica, il colpo di grazia viene sparato dalle immagini e degli slogan attraverso affissioni, video e messaggi pubblicitari scorrevoli di quel Paese dei Balocchi che ormai è diventata la città-irreale in cui vivono.

Della “moda del sesso” non vale neanche la pena di parlarne! É poliedrica, soggettiva, anarchica, la terra del “vale tutto” insomma, indice di grande libertà, quindi virtuale in tutti i sensi, che, a detta di alcuni maestri non accreditati dalle scienze ufficiali, i casi di eiaculazione precoce, di impotenza e di frigidità riguardano l’80% degli esseri Hassnamussiani.

Uscendo “in superficie” ho modo di osservare un’enorme pubblicità che ricopre interamente le impalcature di un grande stabile del centro di Milano, che viene ripresa/ri diffusa, in seconda battuta e in altre dimensioni, sulle fiancate di un tram e di alcuni taxi che operano nella zona.

Del resto tutti sanno che l’efficacia del messaggio pubblicitario non sta nella qualità ma nella intensità/quantità degli spot che vengono inviati.

Dopo questa bagno underground mi vien da pensare: non è che la principale causa del mega-stato ipnotico insito nella natura degli esseri Hassnamussiani, che impedisce loro di cristallizzare l’ impulso divino di coscienza morale oggettiva e che col tempo diventa sempre più forte e inarrestabile, sia proprio dovuta alla moda?

Grazie alle potenzialità tecnologiche che crescono incessantemente essa è in grado di accogliere tra le sue braccia e di raggiungere un numero sempre maggiore di esseri Hassnamussiani i quali, attraverso il riscontro, l’assenso e la condivisione degli stessi messaggi e delle stesse azioni, degli stessi SPOT, finiscono reciprocamente per ampliare all’ennesima potenza il profondo e definitivo grado di ipnosi tra loro.

Il concetto dell’essere Hassnamussiano è questo: più trovo una adesione/comunione intorno a me (sul piano quantitativo) di ciò che faccio, più quello che faccio è corretto, va bene ed è un’ottima cosa, mi tranquillizza: non sarò mai fuori posto, sarò come tutti e verrò accettato!

É un po' quello che succede con l’uniforme, la divisa, il distintivo, la maglia della squadra del cuore e via discorrendo che accomunano, amplificano e rendono forte e potente, agendo a mò di SPOT multi-ripetuto & inter-scambiato, il messaggio incarnato dal gruppo di cui fanno parte.

Le azioni più efferate da parte di un gruppo di esseri Hassnamussiani, come un linciaggio per esempio, passano attraverso la forza e il coraggio che si danno a vicenda per sopprimere il diverso, colui che è fuori dall’area di condivisione recintata con il filo ipnotico delle loro credenze/comodità.

La moda è il primo comandamento, scritto sulle tavole della legge degli esseri Hassnamussiani, che favorisce tra loro quel rapporto che le scienze della comunicazione e la PNL indicano come base essenziale per l’instaurasi di un rapporto di fiducia tra persone con affinità in comune.

Gli esseri Hassnamussiani, in definitiva, sono unicamente pervasi da un estremo bisogno di reciproco scambio di fiducia! La moda è un tranquillizzante, è un anestetizzante inter-Hassnamussiano. Ecco perché fanno di tutto per eliminare chi disturba questa quiete, chi non vuole rimanere nel “gioco”.

Non sono interessati a vedere e /sentire la Vera Realtà, anche perché potrebbe riservare loro quell’Orrore della Situazione per combattere il quale l’Arcangelo Luisos creò l’organo Kundabuffer, quel benedetto aggeggio che salvò capre e cavoli (altro che funesto) senza il quale ogni Hassmanussiano d.o.c., una volta deipnotizzato, avrebbe anche potuto non trovare più alcun motivo per vivere.

Un bel casino senza capo ne coda, cari esseri Hassnamussiani e non, al quale non si capisce mai ne come ne da che parte incominciare a mettere mano.

Note:
Alcune delle frasi in corsivo sono state tratte da “I racconti di Belzebù a suo nipote” di G.I. Gurdjieff. Ed. Neri Pozza.

Corto Monzese

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