Perchè pubblico libri?
Perchè pubblico libri? Ecco una domanda che dovrei farmi tutti i giorni, la mattina, appena alzato e ancora con davanti lo stupore del dono di un’altra giornata da vivere.
E in realtà lo faccio quasi sempre, ma non sempre!
Per me, “ Perché pubblico libri? ” equivale, ora, a chiedermi “Io chi sono?”.
Non è presunzione, è necessità. Necessità di ripagare un debito e di riparare allo spreco di un dono ricevuto.
È più agevole cullarsi nel sogno? Non è vero, ora lo so, con ancora in bocca il sapore del po di Vita che sono riuscito a mordere, a volte.
Perché pubblico libri?
Perché il debito contratto non è mai più grande di quello che tu sei in grado di ripagare.
Perché spero di essere contagioso e la realtà e la spiritualità sono le migliore “malattie”, per un essere umano.
Perché sono stanco di essere solo una persona, ovvero tante persone tutte assieme.
Perché i libri trovati e l’insegnamento ricevuto sono stati la mia salvezza, mi hanno permesso di non morire, quando sarebbe potuto succedere facilmente.
Perché ho bisogno di dare fiducia, incondizionata.
Perché ci sono persone che hanno bisogno della mia fiducia per poter portare la loro opera nel mondo e a qualcuno che, la fuori, la sta aspettando.
Perché accetto questa responsabilità, ma non so chi me l’ha consegnata.
Perché questo mi rende, spesso, estremamente felice.