Cosa succede quando dio pensa dal tuo silenzio stellante Fontana Editore

Cosa succede quando dio pensa dal tuo silenzio stellante

“Se animali feroci dovessero circondarti pensa al potere di Questo Uditore dei Suoni del Mondo (NEN PI KANNON RI KI) ed essi fuggiranno atterriti. Se sarai inseguito da uomini malvagi che vorranno farti precipitare dalla Montagna di Diamante, pensa al potere di Questo Uditore dei Suoni del Mondo (NEN PI KANNON RI KI)ed essi non potranno torcerti un capello”.
XXV capitolo del Sutra del Loto

Un giorno entrai con Grace in un buon ristorante, piuttosto vuoto, in zona “Croci di Calenzano”, dove sedevano in un tavolo centrale un padre e un figlio di ovvia provenienza sassone, del tutto somiglianti, nonostante uno scarto di venti anni circa.

Erano torreggianti di statura, aumentata da una sorta di allertata spocchia metallica, la sicumera inamovibile di chi è al centro del mondo, dei tre tempi, dell’universo finora conosciuto. Soprattutto erano due poveri stoccafissi, due nerd talmente nevrotici da fare pietà, ma la cui vista improvvisa ci fece sganasciare.
Ebbero la reazione di due fenicotteri sorpresi in una riserva africana dal solito fotografo perché, mentre ci dirigevamo al tavolo prescelto, il nostro parossismo di risate fece girare il collo ai due con un movimento simultaneo quasi idraulico, privo di ogni armonia danzante e di coscienza viva.

Ci fingemmo un cartoon di quel loro movimento, con tanto di ronzio meccanico steam punk, estratto da un anime transcorrected – e giù risate - dove erano mescolati in stile americanalfabeta cowboy, crociati, mummie e pedo-paleoastronauti. Oramai la storia, essendo ricolma di brutalità, viene emendata da subito in chiave checcoisterica, dato che chi squittisce è invece buono - lo so, sembro io il cattivo - ma quando non sai più a che santo votarti contempli il lato comico della realtà.

Avevamo visto, Grace ed io, la stessa cosa nello stesso istante in questi due stoccafissi, padre e figlio. Del resto lei ha entrambi i genitori “scienziati” mentre io uno solo, quindi conosciamo l’animale. Avere genitori con questa malattia è un po’ come vivere con uno o due padri domenicani durante il momento d’oro della più fervente inquisizione spagnola. Ti educano giorno dopo giorno a una sudditanza sottile, continuata e aggravata, nei confronti della rotella, dello spinterogeno, dell’enfiteusi o dell’entropia ma – ciò che è peggio - del moto rettilineo uniformemente accelerato. La teoria assurge in loro, involontariamente, a livelli di potenza psicoattiva sconfinata; anche esistenziale, dato che non cercheranno di com-prendere, quanto di decrittare il mondo, fosse anche un frammento di esso, che so, la copertina di un libro, un clitoride o una targa straniera.  

Hai una sola soddisfazione, come figlio di uno scientista: alle medie, quando il prof di applicazioni tecniche chiede, incredulo, diverse volte “come funziona un phon” notando che tu sei l’unico che alza la mano, e si aspettava una corsa a chi risponde per primo. Perché allora si vede costretto con un gesto del mento a chiedertelo e tu: “resistenza e vortice d’aria”“Anfolsi sii più preciso” “Professor Cessari, si attacca il phon alla corrente, inizia a girare il mulino che manda aria attraverso una resistenza, anch’essa scaldata dalla corrente e…”.  E tutti zitti; qualcuno ridacchia a caso mentre tu ti guardi in giro incredulo; il professore non vuole crederci neanche lui, ma fa finta di niente ingoiando il rospo, incamminandosi verso il suo bunker-cattedra.

Per giustizia devo aggiungere qualcosa su mio padre. Come me non si laureò mai e per lo stesso motivo: presunzione motivata. Leggila pure come una malattia o mettila agli atti come accusa, ma è che non puoi andare a studiare con persone che non ammiri, e quando sei ancora giovane non sei neanche abbastanza pronto da capire se esistano e dove. E intanto la vita passa, e tu hai perso l’occasione, almeno così pensa chi calcola stechiometricamente tutto.     

Ma… Dio pensa?

Cosa succede nella mente esagitata di un ideologo votato alla mera esistenza material/visibile?

Prima di rispondere a questa domanda aggiungo che quello scientisterico di mio padre poteva a volontà tirare sul tecnigrafo una linea a mano libera, senza ripensamenti, perfettamente diritta. Su quella si poteva mettere un righello per constatare che la riga, di circa un metro, era perfettamente diritta. Usava un tiralinee di vecchio tipo – con la rotella – quello col quale noi si riesce oggi a fare solo sbaffi e chiazze.

Però era isterico. Infatti mio padre era molto romagnolo - cioè non/emiliano – fattore antropologico ben compendiato da Fellini; sua madre ancora diceva il rosario, mentre suo padre frequentava i migliori casini di Parigi e portava in regalo a mia nonna una bella tavolona di cioccolata. Chi era messo meglio fra i due? L’isteria equivale a magia, chi è out-of-control ha molto potere, ha certamente più ferro nel sangue e pompa più testosterone o estrogeno anche se fa lo spazzino o la balia; pure se diventano alcolizzati e vivono e muoiono ignorantemente cocciuti, ebbene, vivono come mietitrebbie impenitenti e via.
Constato solo, non faccio pubblicità.

Anche perché Dio pensa solo con te, se ti sei fatto la domanda.
Se non te la fai potrai credere quanto ti pare che tu pensi nella scatola di scarpe che hai al posto della testa.

A questo punto puoi vedere come vive il povero spaventapasseri-nevrotico-contemporaneo-supercontrollato, ora di moda come lo è la Bestia Trionfante di Giordano Bruno: ad un livello di accecante miseria spirituale che nemmeno rileva. Per esorcizzarla si dà alla rueda cubana o al tango.

In genere, per spiegare questi due fenomeni, l’isterico e il nevrotico, prendo ad esempio due figure storiche: Benito Mussolini e Woody Allen, il re dell’isteria applicata – fomentata & subita - e il tormentato giullare della peggior nevrosi. Chi non ha peli sugli occhi può capire bene questa metafora storica, ma soprattutto umana. Lascia perdere simpatie personali o ideologiche, se c’hai gli occhi capisci che qualcosa deve essere peggiorato di colpo nell’umanità per migliorare poi, come fosse un seme che possa renderci ancora più umani di quanto siamo, non per migliorarci, ma per radicarci e fiorire con altri archetipi, con le potenze stellanti di un’altra era, cioè non potenze come algidi “drivers”, ma archetipi viventi: quelli che ti fanno nascere, conservano, regolano, ammazzano e, durante tutto ciò, ti istruiscono e ti avvisano. A ben vedere.

Breve parentesi per i miei fratelli buddhisti. “Comprendere tutte le leggi” vorrebbe dire più che altro “gestire con viva nonchalance i fenomeni coemergenti che a questo punto potremmo definire in massa ‘cosmo’ oppure anche non definire affatto”: per es. “tu (cosmo) spazzi (cosmicamente/cosmizzi) per terra (cosmo)”.  Male che vada ci arriverai fra qualche mese, dato che i piccioni hanno per dovere dharmico di cagarci in testa.  

Come pensa Dio (nel caso ci fosse)?

Mia nonna diceva il rosario in modo tale che tutto andasse “bene” – “bene” anche nei casini Parigini - e che le stelle rimanessero dove sono, ma nessuno glielo spiegò così. Saltò fuori che Georgios Stamatopoulos, il grafico che ideò la bandiera dell’Europa con le stelle in circolo, volesse evocare la protezione della Vergine, probabilmente non sul progetto politico, ma sui poveri cristi che ci avrebbero vissuto.

Ciò che non ci dispone a laurearci – anche se non è detto che non accada in futuro – è il constatare la parcellizzazione del sapere inversamente proporzionale rispetto all’intelligenza pro capite. La volpe e l’uva? Va bene, se ti basta.
Ma eccoti l’uva (vera e aggiornata): se vorrai vedere i fatti e capirli non potrai rivolgerti alla scienza ma semmai a quei geni che saprai riconoscere fra la bolgia degli zombie specializzati. L’uva era già generosamente offerta dal vignaiolo.
Sia chiaro, siamo tutti idioti, prima o poi. Ma qui si parla di un’idiozia riguardante precisamente il prefisso ID, quella che ti fa dire: “Ma allora insisti?”. Ed il punto è che ognuno di noi “sa il fatto suo” e non vuole recedere; perché in questo caso si tratta di una (o più) idiozia eggregorica, dove noi crediamo di essere liberi pensatori mentre si segue un flusso inerziale quanto univoco e predeterminato; detta in altro modo, ciò riguarda l’inconscio collettivo dato che esso (sorpresa!), è in effetti anche “superconscio”, e che è tale senza minimamente chiederci il permesso. Siamo cocciuti perché sapremmo, senza realizzarlo, di essere pura gnosi, sguardo ingoiante tutto e ogni cosa e vortice d’emanazione primordiale di ogni fenomeno.

Noi buddhisti lo si chiama tathagatagarbha, intanto per dire che c’è, anche se il dargli un nome lo rende un ulteriore simulacro. Questa trappola è risolta nel Sutra del Diamante con una invenzione furbetta: “ciò non è altro che una figura retorica”.

Ora arriviamo al punctum dolens. Dio o non Dio.

Alle scuole superiori, da perito agrario, mi resi conto che erano in atto varie stragi silenziose di operatori agricoli a causa degli anticrittogamici, ma anche stragi minori come quella dell’Olio Topazio (acido erucico) e quella del vaccino antiepatite B (De Lorenzo / Poggiolini). Una strage maggiore era quella da irrorazione di fitofarmaci, implementata dall’abbeverarsi degli agricoltori dal pozzo aziendale o dal fare legna per il barbecue colle potature annuali dei frutteti irrorati. E vedendo le risposte anodine al problema assassino da parte dell’Ordine dei Periti Agrari (foto di trattori ermeticamente chiusi con aria condizionata anche negli articoli sociologici o che trattano della coltivazione dei funghi pleurotus) giunsi diciassettenne a delle conclusioni indiscutibili.
Levatevi. Mollatemi. Datemi un monastero zen = Dio.

Mi aiutò in questo caso uno dei geni che mi vennero in soccorso, un sindacalista, uno vero. Lamberto Liverani appare nella foto storica coi maestri Taino e Mumon, ed è quello in alto, pelato, mentre io sono invece quello vestito da pipistrello che sovrasta i Maestri Mumon e Taino; ebbene, ci siamo persi attorno al 1980 nelle lande attorno a Oriolo dei Fichi, Faenza, dove ci accorgemmo che c’era stata una strage di contadini. Nessuno ne sa niente ancora oggi; se non ha chiuso gli occhi per non vedere, dato che il fatto sarebbe orribile, li ha chiusi perché è morto.   
Lamberto andò a sincerarsi del fatto e chiese al sindacalista in questione. Questi gli spiegò che i contadini morivano come mosche a causa degli anticrittogamici. Era incazzatissimo ma senza speranza di rendere noto niente ai suoi colleghi che, increduli, avevano già negato tutto. Meglio non farci caso: troppo orribile saperlo. Infatti aveva di-gni-to-sa-men-te smesso di fare il sindacalista.

Ancora sento discorsi del tipo: “No, guarda, Leo, ti sbagli di grosso, la SCIENZA comporta un confronto di dati che avviene nel tempo, con cautela e sperimentazioni a doppio cieco e…” Chissà dove cazzo vivono!   LA SCIENZA? qui l’elefante cartaginese è già morto di freddo sulle Alpi Cozie mentre invece Annibale se lo portò fino a Capua. Riscaldamento globale...

Se non hanno visto la finzione n°1 – quando sono stati formati cioè impagliati ben bene – figurati se vedranno la truffa n°2 quando sarà globale e recitata ipnoticamente ora e ancora, a tutti e in ogni telegiornale.   

Da quasi perito agrario, feci presente al mio compagno di banco cicciotello, miope ed entusiasta, la tossicità dei nuovi fitofarmaci “Acuprici” industriali, dello stesso colore e viscosità dei precedenti “cuprici” – che erano invece del tutto innocui – e di come per un rivenditore del consorzio ed un contadino, “acup” suonasse perfettamente come “cup”. La sua risposta seria fu: “Eh, sai, la scienza deve andare avanti, sono cose che succedono”. Mentre la sua risposta vera fu: “Per forza muoiono! Non si mettono la mascherina!”. Scelgono i più minorati mentali e fanno fare loro una luminosa carriera.

Non l’abbiamo già sentita questa? Mascherina (non funziona), tampone (nemmeno e ce lo ha spiegato chi l’ha inventato) e infine (siccome le altre due menzogne sono state credute) “Non ti vaccini… Muori e fai morire altri…” provò a sbolognarci quello che affondò la Grecia e che ci provò con l’Italia e che se l’è data a gambe e che ancora si gira per vedere se lo stanno inseguendo. Mentre in vari ciclisti abbandonavano il Tour de France in lacrime confessando di non riuscire più di colpo, dopo il 3° o 4° jab, a fare le scale, per non parlare dei tennisti che lasciano le competizioni a causa delle “vesciche” – mai visto prima - mentre un certo campione non-vaccinato straccia tutti.

Si dovrebbe riuscire a capire cosa hanno nella loro testa i materialisti convinti. Costoro davvero credono in un ideale prometeico che sta lassù per aria pur volendo credere solo nel “tangibile”. Ma credono anche che ogni realtà, condizione e questione umana abbia come tema centrale un “fatto” radicale, strutturale, inesprimibile, impossibile da dirimere, avendo i più malati fra gli scientisti in funzione un radar che decritta tutto come pericolo, dato che presentono una fine eterna, rispondente a una infinita domanda mai espressa, giammai vissuta in un puro atto vivente. L’unico valore che gli rimane è arraffare-combattere-primeggiare, perché loro credono che le “pulsioni primordiali” esistano davvero, rispondendo ciò ad una coscienza meccanica, fatta di piccole detonazioni dell’ossido nitrico fra sinapsi, scorrendo attraverso cilindrassi certamente più immaginate che reali: ma questo loro non lo capiscono. Credono nelle pulsioni primordiali – incontrollabili & solo educabili en passant - un’idea identica a quella della “incarnazione del male” cristiana, o del “peccato originale” che sono per la mente occidentale abitudinarie e ovvie, oltre che inevitabili. A quanto pare.

A ben vedere questo fatto radicale è in realtà un’emozione soverchiante.
Senza gnosi le implicazioni più devastanti fioriscono. Dante evocò Virgilio nella commedia perché sapeva cos’era la gnosi. Arcangelo Tarantini, un mio amico fisico nucleare e latinista, ha rinvenuto in ogni frase di Viriglio – ogni - gli ammiccamenti lasciati per parlare agli iniziati come lui, quindi a Dante, che non solo vedeva un sacco di roba, ma che anche poteva mettere le mani nella trama del reale, essendo famoso per questo. Gnosi = innamoramento- visione-culto della realtà nuda VS schiavitù della verità prefigurata e attesa.   

Mio padre mi chiamava, un po’ per affetto e un po’ per scherzo “Sig. Marsilio Ficino” perché argomentavo e ficcavo il naso in tutto. Comunque. Come il mio compagno di banco, ancor più mio padre, era scientista per reazione alla violenta, isterica, ignoranza dei suoi compaesani. Sperava come molti in un mondo più scientifico, cioè migliore perché più lustro, trasparente e riflettente. Un oggetto ben rifinito era per lui un simulacro degno di culto e te lo mostrava sorridente decantandolo con parole dolcissime come “Pressofuso… Capisci!? Fuso e stampato! Nello stesso istante”.  Il famoso tempo-reale inventato da questa banda di sfigati sembra già una promessa d’eternità, benché robotizzata, chippata o ipermedicata, e qui sorge la domanda: “Come fai a essere buddhista portandoti dietro questa fede allucinata?”

Mio padre si cattolicizzò ed è lì che ho intuito la continuità di un progetto eggregorico inconscio ma fatale.

Quando profeticamente si vive in un tempo-durata ove ogni ex-stante è un graffio sul muro ed è al contempo molto futuribile – slitta già in un altrove “non vissuto” – allora, per ragionare nei termini del proprio delirio, si finirà prima o poi a ipotizzare visionariamente un’apocalisse/entropia. Quando una simile, prepotentissima idea, si innesca nell’ecclesia collettiva, questa cazzata non ha altro da fare che attendere il suo tempo per avverarsi, ovvero, come dice la parla “apocalissi”: Rivelarsi. Ma è inutile parlarne coi cristiano/scientisti (stessa razza profetica oimene), che innegabilmente fanno bene a pregare e a sacramentarsi i primi, e a vaccinarsi tutti i secondi, in attesa del mondo che verrà amen.

Li sentii arrivare: ecco il contratto transatlantico TTIP – promulgato da potentati multinazionali - che il parlamento europeo doveva firmare, senza poter praticamente leggerne le clausole capestro; questa la volontà/ diktat della famosa commissione europea, che giammai fu eletta, ma colà posizionata da una mano sconosciuta, come si va a boccino nel curling scivolando e scopettando il ghiaccio. Questo disastro fu bloccato in tempo da Donald Trump, ma ecco che ancora prima la Lorenzin era in solluchero da Obama, col titolo sulla pagina dell’AIFA: “L’Italia capofila dell’invasione vaccinale del mondo”, cito a braccio dal copione di “The Empire Strikes Again”. Essendo appena stato negli USA avevo già visto il risultato dei sieri obbligatori su di un povero bambino che ebbi in cura e sullo stato di salute devastato di una intera nazione assalita dall’interno. La madre capì l’antifona e tolse il bimbo dai vaccini e dalla scuola.

Io so di vivere in una narrazione perché so di esserci nato, e so anche che ciò non ha nulla di sinistro, al contrario di coloro che si credono in una matrix tentacolare e affogante, così che possano vedere dappertutto complotti e simboli occulti al posto di insistere sui nomi e sulle mosse già note e ben previste.

Giordano Bruno, dicevamo: non c’è profezia nella sua narrazione ma sempiterno mito, come spiega Sallustio. La Bestia Trionfante cade dal Cielo per una finta distrazione di Giove, si tratta di questioni di frizione epocale, in questo caso sono passeggere ombre eoniche in forma di sieri genici e di isterie collettive, questa volta, scientiste; Mercurio e Minerva ispirano noi, poveri Saulini, dice Bruno, con la tattica più utile il primo, e la gnosi l’altra.

Grandi legnate sul groppone si prevedono, facenti parte di strategie articolatissime, dove nazioni sovrane riprendono quota contro le più larghe dispersioni geografiche multinazionali. Disperdi che ti disperdi, inventati ed inventati denaro, fingi e fingi di comperare tutto e tutti, prima o poi arriva Sardanapalo che invece muove cannoni, aerei, sottomarini, uomini, elicotteri non-virtuali ma esiziali, che mettono fine alle preziosissime vite speculativo/democratiche di questi bambocci.      

Giordano Bruno e Robert Fludd invocavano lo zenith della vita più fragrante tramite il salmo 91: “Sub Umbra Alarum Tuarum JHVH”, dove l’Altissimo udiva eccome i suoni del mondo, e soprattutto dove non dipinge apocalissi collettive, ma dove ci attende nella sfida che è vita e vittoria per ognuno che sia vivo davvero.

“Ti coprirà con le Sue penne, sotto le Sue ali troverai rifugio.
La Sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte
né la freccia che vola di giorno,
la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire.
Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi”.  

No, non è una profezia. Vedi un po’.

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